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Berlusconi sullo scandalo Lazio: “Vicenda squallida, ora si cambia tutto”

PdL allo sbando dopo il Laziogate che ha portato alle dimissioni della Polverini. Il Cavaliere è pronto alla rivoluzione del PdL: nuovo nome e nuovo simbolo per quello che sarebbe una sorta di contenitore «federativo» al posto del partito. E poi c’è da sciogliere le riserve sulla discesa in campo.
A cura di Biagio Chiariello
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E dire Berlusconi ci ha provato fino all'ultimo a convincere la Polverini a non lasciare il suo posto di Presidente della Regione Lazio. Lui, come il suo delfino Angelino Alfano. Ma alla fine lo scandalo della Pisana di Roma è giunto alle sue naturali conclusioni: la governatrice si è dimessa. Ed è strano che a dare la spinta necessaria alla Polverini sia stato Pier Ferdinando Casini con una dichiarazione che non ha certo bisogno di interpretazioni: «L'ipocrisia dell'opposizione è enorme. Se c'è stata una cupola, di questa cupola hanno beneficiato anche loro. Visto il marcio che è emerso, ritengo che bisogna restituire la parola ai cittadini». Berlusconi, che forse fino a questo momento non aveva ancora percepito la gravità del Laziogate, ora è «deluso, amareggiato, disilluso» scrive il Giornale, assolutamente colpito da «una vicenda squallida» le cui dimensioni non immaginava, ribatte il Corriere della Sera. Ufficialmente il leader del Pdl ha detto di apprezzare la decisione di Renata Polverini che «pur non avendo compiuto nulla di immorale né di illegittimo ha ritenuto, di fronte alle gravi emergenze venute alla luce nell'utilizzo dei fondi pubblici, di consentire con le sue dimissioni un cambiamento». Così il Cavaliere in un'intervista all'Huffington Post italiano, al debutto on line.

L'unica verità che emerge dall'affaire Lazio è che il vecchio PdL è allo sbando. Urge un rinnovamento del partito, ma non è semplice.

Quel Fiorito -dice Berlusconi sull'HuffPost- non è una faccia vecchia, ha 41 anni anche se gliene davo 60. Certo che bisogna immettere personalità nuove, ma non sempre basta essere giovani. Bisogna essere giovani e capaci, giovani e professionali. L'unica cosa da evitare è il professionismo della politica, quello di chi ha alle spalle trent'anni in Parlamento e quando va in televisione la gente non ne può più. Io vorrei che in televisione andassero solo i giovani".

Insomma serve un cambiamento. Per questo, mai come in questo momento, l'ex premier sarebbe pronto a lanciare quell'idea mai passata di moda: dare il nuovo nome e il nuovo simbolo al partito in vista delle elezioni politiche di primavera. Ma soprattutto mettere nero su bianco una serie di regole, una sorta di codice etico per la scelta dei candidati e uno statuto per operare accertamenti sull'uso dei rimborsi elettorali. Ma Berlusconi starebbe studiando anche le modalità per un contenitore politico in cui dare spazio a personalità provenienti da diversi settori: dall'imprenditoria alla televisione, passando per la società civile. Ne scrive il Corsera:

il progetto di nuovo contenitore — magari federativo—delle diverse anime, nel quale possa tornare a spiccare quella originaria che diede vita a Forza Italia nel ’94, ovviamente riveduta e corretta. E dunque torna a farsi forte l’ipotesi dello «spacchettamento» tra ex An e ex FI se i primi non ci staranno, come quella di una sorta di lista civica nazionale o comunque di un movimento con nuovo nome, nuovo simbolo, nuovi candidati e nuovi vertici, almeno in larga parte.

E poi c'è da sciogliere le riserve su quella vociferata ridiscesa in campo. E in un momento in cui il PdL Lazio è alle macerie e rischia di crollare su quello nazionale, la svolta potrebbe arrivare a breve. Oggi i vertici del partito si riuniscono in Via dell'Umiltà in quello che è stato definito un "consiglio di guerra permanente".

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