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Berlusconi sul declassamento: valutazioni dettate da considerazioni politiche

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha accusato Standar & Poor’s di aver declassato il rating italiano perché influenzata dai “retroscena dei quotidiani e da considerazioni politiche”.
A cura di Alfonso Biondi
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Silvio Berlusconi

Dura nota del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nei confronti della società di rating Standard & Poor's che oggi, un po' a sorpresa, ha declassato il rating dell'Italia da A+ ad A con outolook negativo. Una mazzata che potrà avere delle pesanti ripercussioni anche sui mercati finanziari, dove la situazione, con lo spread stabilmente sopra i 380 punti, non è sicuramente delle più rosee. Il comunicato del Capo del governo, pubblicato sul sito ufficiale di Palazzo Chigi,  ha messo sotto accusa le valutazioni della società di rating perché sembrerebbero "dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche".

Una teoria del complotto che il Cavaliere giustifica richiamando l'azione di un governo che  "ha sempre ottenuto la fiducia dal Parlamento, dimostrando così la solidità della propria maggioranza". "Vale la pena di ricordare-  si legge infine nella nota- che l'Italia ha varato interventi che puntano al pareggio di bilancio nel 2013 e che il governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo". Insomma per Berlusconi l'esecutivo ha fatto quello che doveva fare e, per questo motivo, la bocciatura da parte di Standard & Poor's sarebbe ingiustificata.

Un contrattacco, quello del premier, praticamente obbligato, anche perché- oltre a sottolineare  che le prospettive di crescita economica dell’Italia si stanno indebolendo- il rapporto ufficiale della la società di rating ha messo in cattiva luce l'esecutivo italiano, evidenziando che "la fragile coalizione di governo e le differenze politiche all’interno del Parlamento continueranno a limitare la capacità del governo di rispondere in maniera decisa alle sfide macroeconomiche interne ed esterne”.

Il 6 agosto scorso toccò agli Stati Uniti fare i conti con Standard & Poor's che decise di declassarne il rating da AAA ad AA+. Anche in quel caso ci furono delle reazioni abbastanza dure dal mondo istituzionale, in particolar modo dal Tesoro che evidenziò un errore di calcolo di 2 miliardi di euro legati alle alle spese discrezionali del Congressional Budget Office. La società di rating, però, non accolse le obiezioni.

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