16 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Berlusconi, nuova battaglia legale con Veronica Lario: “Troppi 1,4 milioni di euro al mese”

Il leader di Forza Italia ha fatto ricorso in appello contro la decisione del Tribunale di Monza in merito alle somme stabilite in favore dell’ex moglie sia in sede di divorzio, sia per il periodo della separazione. La Cassazione deciderà a novembre.
A cura di Biagio Chiariello
16 CONDIVISIONI
Immagine

Sta per iniziare una nuova ripresa della sfida legale tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario. Oggetto della disputa è naturalmente per l’assegno percepito dalla ex moglie del leader di Forza Italia dopo il divorzio, giudicato "abnorme" dai legali dell’ex premier. Per questo Berlusconi ha presentato due ricorsi. Il primo è relativo alla somma assegnata a Veronica Lario nel periodo precedente al divorzio: stabilita in 3 milioni di euro dal Tribunale nel 2013, e poi limata l’anno dopo a due milioni dalla Sezione Famiglia della Corte d’Appello di Milano. Berlusconi però è dell’idea che anche la cifra di 2 milioni sia troppo elevata: da qui la decisione di rivolgersi ai giudici della Suprema Corte, dai quali spera di ottenere un parziale risarcimento delle cifre versate durante il periodo della separazione. A novembre si terrà davanti alla Cassazione l’udienza in cui si discuterà del ricorso.

Il secondo ricorso riguarda invece il provvedimento relativo al cosiddetto ‘assegno divorzile’. Questo per rispettare il dettato del Codice Civile che obbliga a fare in modo che il coniuge economicamente debole mantenga dopo il divorzio lo stesso tenore di vita che si aveva durante il matrimonio. Nel giugno 2015, il tribunale di Monza aveva fissata la cifra a 1,4 milioni di euro al mese  (che al netto delle tasse scende a 800mila euro). Anche se la Lario possiede un palazzo a Milano e due appartamenti a Milano 2, il giudice aveva considerato l'insufficienza delle sue risorse. Di conseguenza l'assegno era stato fissato per questa cifra ritenuta troppo alta da Berlusconi.

Berlusconi, nei due atti di impugnazione, parte dal presupposto che “l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” e che “il lavoro è un dovere che la Costituzione impone per il progresso sociale ed economico”.
In tal senso ritiene “inaccettabile” che la legge consenta, solamente sulla base dello status di ex coniuge, di “incassare emolumenti mensili ben più alti di quanto guadagna colui che, con il suo lavoro, risulta essere il maggior contribuente italiano”. Cioè Berlusconi stesso. Quindi chiede di fissare un tetto massimo all'assegno di mantenimento, di tipo quantitativo oppure temporale. “In modo che diventi, come negli altri Stati europei, una misura di tutela finalizzata però a promuovere l'indipendenza dell'ex coniuge attraverso lo svolgimento di un'attività lavorativa, e non una stampella permanente”.

16 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views