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Berlusconi: “Con i malati ho parlato di Milan e fatto tante battute”

L’ex Premier in un’intervista racconta la sua prima giornata ai servizi sociali e poi attacca nuovamente i giudici: “Assurdo arrestare Scajola”
A cura di Antonio Palma
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"Ho fatto tante battute, abbiamo parlato tanto di Milan, la prossima volta porterò a tutti degli orologi del Milan", così Silvio Berlusconi ha commentato le sue prime quattro ore ai servizi sociali nel centro per malati di Alzheimer di Cesano Boscone, nel Milanese, per scontare la condanna per frode fiscale. Nel corso di un'intervista ad una trasmissione su Telelombardia appena dopo l'uscita dal centro della Sacra Famiglia l'ex Premier ha spiegato: "Sono state quattro ore e mezza intensissime, passate anche facendo battute e parlando di Milan, sono stato anche di disturbo ma spero di recuperare". “Questa mattina alla Sacra Famiglia ho incontrato molte persone che potrebbero tenere bene in mano lo spogliatoio del Milan” ha scherzato poi Berlusconi, sottolineando però che la cosa che lo ha colpito di più "è stata la dedizione delle persone che stanno a contatto con questi malati, persone di una umanità straordinaria". Tutta quella resa di giornalisti, televisioni e fotografi da tutto il mondo all'ex Cavaliere è sembrata "un'esagerazione per una cosa normale che rientra nelle cose che già si conoscono".

"Assurdo arrestare Scajola" – Nel corso dell'intervista Berlusconi però è tornato a parlare della sua condanna definendola "politica" ma anche "infondata". "Il Tribunale di Sorveglianza ha eseguito una sentenza politica infondata" ha dichiarato infatti il leader di Forza Italia, sottolineando: "Non sono solo le 4 ore alla settimana, sono sottoposto a tutta una serie di limitazioni. E non mi sento bene ad affrontare questa situazione che mi ha limitato molto. È una situazione per me molto negativa". Infine Berlusconi ha rivolto un pensiero al suo ex compagno di partito e ministro del suo governo appena arrestato, Claudio Scajola.  "È assurdo e umiliante mettere in carcere un signore che è stato ministro dell'Interno solo perché ha aiutato a trasferire un amico già in esilio" ha attaccato Berlusconi, concludendo: "Sarebbero stati meglio i domiciliari piuttosto che infliggergli l'umiliazione del carcere per una cosa del genere".

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