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Berlusconi apre a M5s su Italicum: “proporzionale e preferenze proposta interessante”

In questo modo il Cavaliere ha indirettamente risposto al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che recentemente più volte aveva detto di essere pronto alla modifica della legge elettorale. In ogni caso, ogni iniziativa o decisione in merito è rimandata a dopo il referendum costituzionale, sul quale Berlusconi non ha dubbi: voterà “No”.
A cura di C. T.
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Silvio Berlusconi chiude la campagna elettorale di Alfio Marchini

Davanti al Comitato di presidenza di Forza Italia Silvio Berlusconi riapre il dibattito sulle modifiche alla legge elettorale, e apre ai grillini su una possibile convergenza sull'alternativa all'Italicum. "Giudico interessante, comunque da approfondire, la proposta dei Cinque stelle sul proporzionale e le preferenze", ha detto il Cavaliere, che in questo modo ha indirettamente risposto al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che recentemente più volte aveva detto di essere pronto alla modifica della legge elettorale.  In questa volontà potrebbe coinvolgere la minoranza del Partito Democratico e i centristi di Area Popolare – che prediligerebbero il ritorno del proporzionale.

Berlusconi, in ogni caso, sceglie la via della prudenza: ogni iniziativa o decisione in merito è rimandata a dopo il referendum costituzionale, che il 26 settembre il Consiglio dei ministri dovrebbe definitivamente fissare per il 27 novembre o, in alternativa, per il 4 dicembre. Sul voto sulla riforma il Cavaliere non ha dubbi e conferma il suo "No" al questito referendario.

In ogni caso, i vertici del Movimento 5 stelle hanno escluso in maniera categorica la possibilità di una partecipazione a un governo di scopo che potrebbe portare alla modifica dell'Italicum. "No al governo di scopo, i 5 stelle andranno al governo con il voto degli italiani", ha dichiarato lapidariamente Luigi Di Maio. Secondo il vicepresidente della Camera "la linea del M5S non è cambiata, io e gli altri miei colleghi pensiamo che se dovessero vincere i ‘No' e Renzi dovesse mantenere fede alle promesse fatte e dimettersi, allora il Presidente della Repubblica traccerà la strada. Ma abbiamo dei punti fermi: andiamo al governo con i voti degli italiani".

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