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Berlino, 24enne siriano muore di freddo. Attendeva da giorni davanti al centro rifugiati

Il ragazzo attendeva al freddo da giorni all’esterno di un centro per richiedenti asilo. E’ stato soccorso solo ieri sera da un volontario, ma ormai era troppo tardi.
A cura di Davide Falcioni
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Un ragazzo siriano di 24 anni è morto a Berlino dopo essere stato per giorni all'aperto in attesa di poter entrare in una struttura per la registrazione e l'accoglienza dei rifugiati politici. Nella serata di ieri, stando a quanto riporta l'agenzia DPA, un volontario dell'associazione ‘Moabit Hilft' ha incontrato il 24enne e – visto il freddo pungente – l'ha invitato a ripararsi a casa sua. Ben presto ha notato che le sue condizioni di salute erano assai precarie così ha chiamato un'ambulanza: i medici sono arrivati subito ma il rifugiato è morto prima. Aveva febbre altissima e faticava a respirare, finché un arresto cardiaco non ha causato il decesso. Le autorità locali hanno già assicurato che indagheranno su quanto avvenuto, intanto però ci si domanda come sia stato possibile che un malato  venisse ignorato per giorni e non invece assistito quando la situazione era già evidentemente molto grave.

Allo stato attuale, in attesa di un quadro più preciso, non è possibile accertare se la morte del 24enne possa essere attribuita alla lunga attesa al freddo davanti al centro Lageso (acronimo di Ufficio per gli Affari sanitari e sociali) per la registrazione di richiedenti asilo nella capitale tedesca. Intanto il volontario che ha soccorso il profugo ha scritto su facebook: "Perché, mi chiedo, è dovuto morire? Forse perché non abbiamo ricevuto un appuntamento per giorni?", si è chiesta, polemicamente, affermando che la vittima non è stata in grado di vedere un dottore. La polizia sta indagando sulle dichiarazioni riguardo al decesso.

Sovente negli ultimi mesi il centro è stato criticato per le sue lunghe file. Come se non bastasse a novembre una guardia della sicurezza è stata licenziata per avere utilizzato una terminologia nazista contro richiedenti asilo e volontari, mentre ad ottobre un bimbo bosniaco di quattro anni era stato rapito mentre era in attesa con la sua famiglia. Il suo cadavere è stato trovato alcune settimane dopo.

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