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Beppe Grillo: “Estendere il diritto di voto ai cittadini di 16 anni”

Il leader del Movimento Cinque Stelle annuncia la proposta sul suo blog: “Dobbiamo consentire ai giovani di diventare il motore dell’innovazione dell’Italia. Non con i discorsi, ma con i fatti. Il primo passo è garantire loro pieni diritti politici a partire dai 16 anni”.
A cura di Davide Falcioni
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Il 10 marzo del 1946 le donne votarono per la prima volta esercitando un diritto che fino a quel momento era stato appannaggio dei soli uomini. Fu quello il primo giorno in cui anche le donne poterono esprimersi nella cabina elettorale, in occasione di elezioni amministrative che consentirono anche a 2 mila candidate di venire elette nei consigli comunali, la maggioranza delle quali in liste di sinistra. Il diritto di voto, però, potrebbe essere esteso in futuro anche ai sedicenni. O, almeno, è la proposta di Beppe Grillo, che in un post sul suo blog ha lanciato quella che potrebbe non essere solo una boutade, ma anche un elemento di discussione concreto dei prossimi mesi o anni: "L'Italia è l'unico Paese al mondo in cui i cittadini devono attendere i 25 anni d'età per godere i pieni diritti politici", scrive il capo del Movimento Cinque Stelle. "Nel mondo si vota quasi ovunque dai 18 anni, con 27 eccezioni tra i 16 e i 21 anni. Solo in Italia per eleggere una delle due Camere bisogna aver compiuto 25 anni, causando distorsioni vistose nella composizione di Camera e Senato che sono tra le cause dell'ingovernabilità".

Secondo Grillo "ci sono più di 4 milioni di cittadini di età tra i 18 e i 24 anni (l'8% della popolazione) il cui voto vale mezzo. Ci sono poi oltre 1 milione di cittadini di età tra i 16 e 17 anni (2,2% della popolazione) che non hanno neppure diritto al voto. In totale tra i 5 e i 6 milioni di cittadini non hanno diritto di dire la loro sul futuro del Paese o hanno una rappresentanza monca. E' un anacronismo insopportabile che tiene il nostro Paese bloccato. Questi 5 milioni di italiani hanno diritto quanto, se non di più, gli altri cittadini di decidere sul loro futuro, perché il loro futuro è il futuro del Paese. Oggi appartengono agli esclusi, quelli la cui opinione conta poco o nulla".

Grillo ipotizza anche un collegamento tra diritto di voto e condizioni economiche dei giovani: "Non è un caso che il tasso di disoccupazione nella fascia tra i 15 e i 24 anni sia abnorme, a marzo era al al 34,1%, più del triplo della disoccupazione nel suo complesso e senza considerare gli inattivi. In totale gli occupati under 25 sono 1.013.000 su un totale di più di 5.000.000. Per migliorare la loro condizione è necessario ascoltarli e dare loro la possibilità di incidere. Dobbiamo accogliere le loro idee su come migliorare l'ingresso nel mondo del lavoro e su come migliorare l'educazione superiore".

Infine la proposta sulla quale, molto probabilmente, lavoreranno anche deputati e senatori del Movimento Cinque Stelle in futuro: "Dobbiamo consentire ai giovani di diventare il motore dell'innovazione dell'Italia. Non con i discorsi, ma con i fatti. Il primo passo è garantire loro pieni diritti politici a partire dai 16 anni. Il MoVimento 5 Stelle si batterà per questo".

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