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Bebe Vio sulla copertina di Rolling Stone: “A ogni mamma dico fai il vaccino a tuo figlio”

La campionessa paralimpica diventata disabile per la meningite lancia il suo monito anche dal magazine musicale: “Se la popolazione fosse vaccinata, la meningite sarebbe debellata. Come si fa a non volerlo?”
A cura di Antonio Palma
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"Vaccinatevi", è il monito lanciato ancora una volta da Bebe Vio, la giovane atleta azzurra disabile proprio a causa di un mancato vaccino contro la meningite quando era piccola. Questa volta la 20enne veneta ha deciso di strillare l'avvertimento in copertina sulla rivista Rolling Stone sulle cui pagine si è confessata come sempre senza peli sulla lingua. Nonostante non faccia musica Bebe Vio  infatti è stata scelta come testimonial dalla rivista simbolo del mondo della musica che prende posizione, chiara e netta, sulle vaccinazioni che in Italia ormai sono diventate una vera battaglia civile. Bebe Vio aveva 11 anni quando il pediatra disse ai genitori di lasciare perdere il vaccino. Un anno dopo la piccola si ammalò della forma più grave e spietata di meningite e dovette lottare in ospedale per 104 giorni contro la morte vincendo ma perdendo gli avambracci e le gambe.

"Mi fa arrabbiare che la gente si informi dagli articoli su Facebook e non da fonti vere, che creda alle dicerie più che ai medici" ha sottolineato l'atleta parlando della disinformazione su vaccini, aggiungendo: "Io con la mia vitalità sembro una deficiente, ma il 95% delle persone che hanno avuto quello che ho avuto io muoiono, gli altri restano distrutti e depressi. Io so quanto hanno sofferto i miei genitori. Per questo dico a ogni mamma: fai il vaccino a tuo figlio, non per lui, ma per te stessa. Vuoi veramente soffrire così tanto? Se la popolazione fosse vaccinata, la meningite sarebbe debellata. Come si fa a non volerlo? Come?”.

"A me ha aiutato tanto l'agonismo nei momenti difficili, per me il letto era come la pedana della scherma, hai tre minuti per vincere un assalto, hai tre mesi per uscire dall'ospedale: stessa cosa. Quando sono andata al centro protesi, la lotta era riuscire a camminare meglio del vecchietto accanto a me. Mi auto creavo delle sfide, mi dissero: ‘Starai qui sei mesi'. Mi sono detta: ‘Entro due devo uscire', e ho vinto io" ha raccontato ancora Bebe vio. “Non mi faccio problemi per gli insulti sui social. Nemmeno le patatine e la Nutella piacciono a tutti. Gli hater mi fanno capire quanto sono diventata una persona normale e non una persona con una disabilità, perché un disabile non l’offenderesti mai come offendono me" ha proseguito Bebe Vio riferendosi al caso delle offese su facebook , concludendo: "Poi, se uno mi insulta perché dico “vaccinatevi”, io purtroppo la cura per l’ignoranza non ce l’ho”.

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