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Beatrice Lorenzin: “Se verranno fatti nuovi tagli addio sanità pubblica”

Il ministro della salute mette in guardia da nuovi tagli in legge di Stabilità: “Gli italiani dovrebbero rinunciare nel medio periodo al sistema sanitario come lo conosciamo oggi. I cittadini dovrebbero ricorrere necessariamente, per potersi curare, ad assicurazioni private o ad altri sistemi”.
A cura di D. F.
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La sanità pubblica è a rischio? A quanto pare sì e a spiegarlo, in un'intervista rilasciata al Messaggero, è stata proprio il ministro Beatrice Lorenzin: "Se sulla Sanità dovessero piovere nuovi tagli – ha detto – gli italiani dovrebbero rinunciare nel medio periodo al sistema sanitario come lo conosciamo oggi. I cittadini dovrebbero ricorrere necessariamente, per potersi curare, ad assicurazioni private o ad altri sistemi". Un vero e proprio allarme che non esclude la possibilità che anche nel nostro paese si passi a un sistema di tipo "americano". Il nodo da sciogliere è quello dei tagli che verranno apportati nella legge di Stabilità del governo: verrà coinvolta anche la sanità? Lorenzin ammette: "Da quando sono stata nominata ministro si parla di tagli, ma finora non se ne sono fatti. Si sono invece fatte le riforme. Abbiamo approvato il Patto della Salute che è una riforma a tappe e per obiettivi che mira all’efficientamento del sistema".

Il ministro quindi rivendica di aver portato una maggiore efficienza nel settore sanitario. L'impegno – spiega – è quello "di recuperare risorse e di reinvestirle in Sanità. E’ evidente che il recupero di queste risorse avviene mano a mano che la riforma si implementa e sono le risorse necessarie per tenere in piedi la Sanità italiana così come la conosciamo adesso. E cioè dare assistenza ai cittadini in modo adeguato e dignitoso, riportare un livello verso l’alto della qualità dell’assistenza nelle Regioni del Sud e affrontare nuovi problemi". Lorenzin annuncia anche alcune novità per i prossimi mesi: "Prima di tutto dovremo dare il farmaco per l’epatite C in autunno-inverno. Un impegno finanziario importante, ma che salverà la vita a un milione e 600mila persone. E realizzare un sistema di prevenzione forte che ci permetta di sostenere l’invecchiamento della popolazione. Dunque, investimenti a lungo termine su un sistema sanitario universalistico. Intervenire in modo pesante, negando gli investimenti sulla sanità necessari, significa cominciare a immaginare la fine del sistema universalistico". Per il ministro, quindi, se verranno apportati nuovi tagli non sarà possibile garantire il diritto per tutti a un sistema sanitario pubblico: "opo 25 miliardi di euro di tagli compiuti negli ultimi anni, senza una strategia alternativa, i cittadini, almeno quelli che se lo potranno permettere, dovranno farsi un’assicurazione sanitaria. La Sanità gratuita sarebbe ridimensionata".

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