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Basilicata, la Regione chiede chiusura della centro estrazione ENI: “Presenza sostanze inquinanti”

Eni ha ottemperato alla richiesta della Regione Basilicata e chiuso il Centro Oli Val d’Agri.
A cura di Davide Falcioni
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Eni ha reso noto di aver deciso la chiusura temporanea del Centro Oli Val d’Agri e di conseguenza ha avviato le procedure per il fermo dell’impianto. La decisione è stata assunta per rispetto delle posizioni espresse dal territorio, dal Presidente della Regione Marcello Pittella e dalla Giunta Regionale che nella giornata di sabato hanno deliberato la sospensione di tutte le attività del COVA di Viggiano a causa di inadempienze e ritardi da parte della multinazionale in merito alle prescrizioni regionali. La società di estrazione degli idrocarburi conferma “di aver adempiuto a tutte le prescrizioni imposte dagli enti competenti che sono sempre stati tenuti informati sulle attività di intervento e di monitoraggio ambientale in corso".

Durante la chiusura Eni fa sapere che “proseguirà con le verifiche necessarie a rassicurare gli stakeholder sulla correttezza ed efficacia del proprio operato, l’integrità dell’impianto e la presenza di tutte le condizioni di sicurezza per lo svolgimento delle attività di esercizio". Nelle settimane passate, la Regione aveva reso noto che sette campioni prelevati dall'Arpab fuori dal Centro Oli avevano dimostrato la presenza, "molto cospicua", di manganese e ferro e anche di idrocarburi policiclici aromatici. Per questi l'ente aveva chiesto all'Eni di intervenire sia per quell'inquinamento sia per bloccare tre dei quattro serbatoi all'interno del Centro Oli sprovvisti del doppio fondo.

La giunta regionale lucana ha fatto sapere nel suo ultimo atto che la "vigilanza costante effettuata da Arpab anche nelle ultime ore ha evidenziato la migrazione della contaminazione causata dallo sversamento dei serbatoi del Cova di Viggiano". "A fronte di inadempienze e ritardi da parte di Eni rispetto alle prescrizioni regionali – si spiegava – nel pomeriggio i rappresentanti della Regione hanno incontrato il viceprefetto vicario di Potenza, Maria Rita Cocciufa, con l'obiettivo di evidenziare al rappresentante territoriale del Governo nazionale la criticità della situazione". Durante la chiusura Eni proseguirà con le verifiche necessarie a "rassicurare gli stakeholder sulla correttezza ed efficacia del proprio operato, l’integrità dell’impianto e la presenza di tutte le condizioni di sicurezza per lo svolgimento delle attività di esercizio", rassicura oggi il gruppo. Sul sito dell'Eni dedicato alla presenza in Basilicata si indica la presenza di 396 occupati diretti e quasi 2mila indiretti.

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