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“La mia Barbie è calva come me”. La bambola per i bambini malati di cancro

Una bambola che sia vicina a quelle bimbe che devono combattere con la malattia oncologica e i postumi delle sue cure, aiutandole a rafforzare la loro autostima. E’ l’idea venuta ad una mamma e sviluppata grazie alla Mattel.
A cura di B. C.
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Grace Bumstead con le sue bambole
Grace Bumstead con le sue bambole

Da un paio d’anni, Barbie, ha una nuova amica. Somiglia alla versione ‘classica’ della bambola più popolare al mondo. Come lei è bellissima e ovviamente elegante, l’unica differenza è che è completamente calva. Ella, questo il suo nome, è l’ultimo prodotto della Mattel, ideata per le bambine che hanno perso i capelli per via della chemioterapia o di altre gravi malattie. Le nuove bambole inizialmente sono state distribuite soltanto nei reparti infantili degli ospedali negli Stati Uniti e in Canada. L’idea è proprio quella di aiutare i più piccoli ad affrontare il duro trattamento medico. Così è stato per Grace Bumstead, 4 anni, che soffre di una forma di leucemia così raro che il suo tasso tra i bambini è di uno su un milione. Nel periodo della chemioterapia, Grace ha ricevuto in dono ‘Ella’ dalla madre. “Quando gliel’abbiamo fatta vedere, lei ha detto: ‘OK, ora capisco quello che sta succedendo’. Ma ci ha dato la possibilità di replicare: ‘Visto che bella bambola sorridente. Certo, non ha i capelli’” ha racconto la madre di Grace, Melissa Bumstead, a CBSLA.com. La bimba sarà costretto a sopportare una chemioterapia intensiva per i prossimi 18 mesi. Il trattamento le già causato la perdita dei suoi riccioli biondi. “E' stata incredibilmente coraggiosa. E siamo molto, molto orgogliosi di lei” ha detto la signora Bumstead. “Portiamo Ella con noi dappertutto, quasi a voler ribadirle: ‘Ecco cosa sta accadendo. Questo è quello che è successo a Ella. Questo è quello che succederà a te’”.

La storia di ‘Ella', la bambola reduce dalla chemioterapia

La storia della bambola calva è comunque particolare. Inizialmente la Mattell era titubante all’idea di produrla. A dissipare ogni dubbio ci ha pensato un gruppo nato su Facebook dalla mente di Jane Bingham, una donna che aveva sconfitto il cancro. Al movimento hanno aderito 150 mila persone. “È una vittoria parziale. Desidero davvero che chiunque ne voglia un esemplare possa ottenerlo. Mattel si è dichiarata a disagio all’idea di venderla, ma per questo motivo alcuni bambini non potranno averla”, aveva reagito la donna che ora spinge anche per la vendita della Barbie ‘malata’. “Vorremmo vendere queste bambole e versare una parte dei proventi alla ricerca contro il cancro, come era già successo con la ‘Barbie nastro rosa’ per il cancro al seno”. L’edizione speciale ‘Barbie nastro rosa’ era stata commercializzata nel 2006 e il suo produttore ha donato 100.000 dollari alla “Susan G.Komen breast cancer fondation”, una delle principali associazioni americane impegnate nella lotta contro il cancro al seno.

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