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Bankitalia rivede al rialzo le stime del Pil: +1,4% nel 2017. Debito pubblico a livelli record

La Banca d’Italia prevede un aumento del Pil dell’1,3% nel 2018 e dell’1,2% nel 2019. Il rialzo è dovuto a una maggiore spinta della domanda interna, con l’espansione di consumi e investimenti.
A cura di Stefano Rizzuti
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La Banca d’Italia rivede al rialzo le stime per la crescita del Pil nel 2017, fissandola a +1,4%. La precedente stima, rilasciata a gennaio, prevedeva un +0.9% che era stato già parzialmente corretto nelle scorse settimane al +1,3% dopo la revisione del dato sul primo trimestre da parte dell’Istat. Per quanto riguarda i prossimi anni, invece, Bankitalia prevede un aumento dell’1,3% del Pil nel 2018 e dell’1,2% nel 2019. La rivisitazione dei dati al rialzo è dovuta, spiega la Banca d’Italia, a una maggiore spinta della domanda interna, con una espansione dei consumi e degli investimenti a ritmi “relativamente sostenuti”.

I consumi, secondo Bankitalia, si espanderebbero a ritmi analoghi a quelli del prodotto e del reddito disponibile, frenato dal rincaro delle materie prime energetiche che si è verificato a partire dall’estate dello scorso anno. Allo stesso tempo, verrebbe però spinto dalla crescita dell’occupazione. In materia di investimenti, la Banca d’Italia sottolinea che l’espansione che si era avviata a fine 2014 prosegue a ritmi relativamente sostenuti. L’accumulazione di capitale produttivo cresce in media di circa il 3% l’anno grazie anche al miglioramento delle prospettive di domanda e a condizioni finanziarie favorevoli.  Queste misure, secondo la valutazione di Bankitalia, avrebbero contribuito all’accelerazione degli investimenti nel 2016, soprattutto nella seconda parte dell’anno. Gli effetti positivi di questi incentivi potrebbero portarsi fino alla seconda metà del 2018.

Altro punto su cui si sofferma il bollettino è quello riguardante la crescita dell’occupazione in Italia: mediamente, nei mesi di aprile e maggio, il numero degli occupati è salito dello 0,2% sul bimestre precedente e il miglioramento dovrebbe proseguire anche durante i mesi estivi.

Di pari passo, però, a maggio il debito cresce di 8,2 miliardi rispetto al mese precedente, toccando quota 2.278,9 miliardi. L'incremento è dovuto principalmente al fabbisogno mensile delle amministrazioni pubbliche, pari a 7 miliardi. Pesano, inoltre, l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (0,5 miliardi), l'effetto di scarti e premi all'emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e la variazione del tasso di cambio (0,7 miliardi).

Nel bollettino economico emesso dalla Banca d’Italia, viene sottolineato che nel 2019 il Pil dell’Italia recupererebbe interamente la caduta connessa con la crisi del debito sovrano, iniziata nel 2011. Il Pil, comunque, rimarrebbe inferiore del 3% circa rispetto al livello del 2007. Il giudizio positivo sul prodotto interno lordo, comunque, richiede “il permanere di condizioni monetarie e finanziarie espansive”.  Bankitalia sottolinea che le proiezioni di crescita “sono nel complesso più positive di quelle delle principali organizzazioni internazionali”, soprattutto per il miglior andamento acquisito, risultante dalle revisioni dei dati di contabilità nazionale diffusi a inizio giugno, di cui le proiezioni di Fondo Monetario Internazionale (+0,8%), Ocse (+1%) e Commissione Ue (+0,9%) non tengono conto.

Una nota negativa riguarda “l’incertezza sull’evoluzione futura delle politiche economiche e commerciali” che rimane elevata, sia a livello globale che nell’area euro. Incertezza che riguarda soprattutto l’orientamento delle politiche degli Stati Uniti e “gli esiti delle trattative per la definizione di nuovi accordi commerciali con il Regno Unito”.

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