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Banca Etruria, tutti assolti i vertici imputati per ostacolo alla vigilanza

Cade, così, il castello di accuse della procura aretina su Giuseppe Fornasari (ex presidente del cda dal 2011 al 2014), Luca Bronchi (ex dg) e Canestri (attuale direttore centrale).
A cura di Claudia Torrisi
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Il gup del tribunale di Arezzo ha assolto in primo grado tutti gli imputati nel processo Banca Etruria. Cade, così, il castello di accuse della procura aretina su Giuseppe Fornasari (ex presidente del cda dal 2011 al 2014), Luca Bronchi (ex dg) e Canestri (attuale direttore centrale). I tre erano accusati di aver finanziato con 10,2 milioni gli acquirenti della società Palazzo della Fonte, che inglobava il patrimonio immobiliare di Banca Etruria. Il procuratore capo Roberto Rossi e la pm Julia Maggiore avevano chiesto due anni e 8 mesi di carcere per Fornasari e Bronchi e due anni per Canestri, per aver mascherato le reali condizioni economiche in cui si trovava la banca tra il 2011 e il 2013, e aver ostacolato il lavoro di vigilanza della Banca d'Italia e della Consob. Secondo il giudice, però, "il fatto non sussiste".

Un'altra accusa era inerente il presunto occultamento dei crediti deteriorati nel bilancio 2012, che erano stati fatti apparire come recuperabili (poiché "incagliati"), causando l'errore di Bankitalia che pretese un aumento di capitale inferiore rispetto a quello necessario. Il tribunale ha stabilito che "il fatto non costituisce reato".

L'esito del primo grado preoccupa gli inquirenti, che non si aspettavano una pronuncia di questo tipo: adesso potrebbe essere compromessa la fine di tutti gli altri procedimenti riguardanti Banca Etruria. La difesa sosteneva che gli imputati avevano comunicato a Bankitalia tutti gli elementi fondamentali, e che l'operazione aveva avuto il via libera dalla Consob.

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