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Bambina in carcere per blasfemia, ora nei guai l’accusatore

Si tratta della bambina accusata di aver distrutto alcune copie del Corano: un testimone ha fatto arrestare l’imam coinvolto in questa storia dicendo che è stato lui ad aver manipolato le prove.
A cura di Susanna Picone
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C’è speranza per la sorte della piccola Rimsha Masih, la bambina cristiana accusata di blasfemia perché avrebbe bruciato alcune copie del Corano, il testo sacro dei musulmani. La ragazzina è stata arrestata ma ieri anche l’imam che l’aveva accusata è finito in prigione. Muhammad Zubair ha, infatti, testimoniato contro Khalid Jadoon nell’ambito di questa delicata vicenda sostenendo che “quel religioso ha sicuramente commesso un atto di blasfemia”. La notizia trapela dall’Ansa di Islamabad e secondo quanto ha ammesso il musulmano sarebbe stato l’accusatore della bambina ad aver manipolato le prove aggiungendo altre pagine a quelle bruciate. Il testimone, insieme ad altre due persone, avrebbe provato a impedire il suo gesto ma il suo tentativo sarebbe stato vano: “Per questo posso dire che anche lui si è macchiato del reato di blasfemia – accusano l’imam – io qui non sto dicendo che Rimsha Masih non ha bruciato le pagine perché ci sono testimoni che l’hanno vista ma devo ribadire che l’imam ha manipolato tutta la questione”. È sulla base di queste ultime notizie che la piccola cristiana potrebbe essere liberata: il presidente del Consiglio degli ulema del Pakistan, infatti, ha chiesto al presidente Asif Ali Zardari di farla scarcerare subito.

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