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Bagnasco: “Cei non sosterrà la raccolta firme per l’abrogazione delle unioni civili”

Il presidente della Conferenza episcopale italiana torna sulla questione “unioni civili”, dichiarando che la Cei non sosterrà la raccolta firme per la presentazione di un referendum per l’abrogazione della legge sulle unioni civili approvata nelle scorse settimane dal Parlamento: “E ‘ compito dei laici”.
A cura di Charlotte Matteini
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La Cei non aiuterà nella raccolta firme per l'abrogazione della legge sulle unioni civili approvata dal Parlamento nelle scorse settimana. E' quanto ha dichiarato il presidente della Conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco, rispondendo a una domanda posta dai giornalisti al termine dell'assemblea plenaria dei vescovi italiani, sottolineando non sia compito di un organismo religioso sostenere questo tipo di propositi: "E' un'iniziativa che semmai spetta ai laici". Solo pochi giorni fa, all'apertura dell'assemblea plenaria, Angelo Bagnasco aveva duramente attaccato il provvedimento del Governo, sostenendo inoltre che il Parlamento avrebbe dovuto occuparsi dei "problemi reali" delle persone e non spendere così tante energie nell'approvazione della legge sulle unioni civili.

Oggi, invece, il presidente della Cei ha cercato di puntualizzare il senso delle parole pronunciate martedì scorso: "Non sono entrato nel merito, ho solo riferito ciò che noi sacerdoti e vescovi raccogliamo nelle strade e tra le case. E le preoccupazioni che la gente ci segnala sono altri: la mancanza di occupazione per i giovani e la perdita del lavoro per gli adulti, l'assenza di una equità fiscale per le famiglie con figli a carico, che causa denatalità. E poi il diffondersi del gioco d'azzardo".

Alla domanda relativa alle proteste dei sindaci che minacciano di rifiutarsi di registrare le unioni civili, Bagnasco non risponde direttamente, ma cerca di rimandare alle parole pronunciate da Papa Francesco durante un'intervista rilasciata alla testata La Croix: "Una volta che la legge è stata votata, lo Stato deve rispettare le coscienze. In ogni struttura giuridica, l'obiezione di coscienza deve essere presente perché è un diritto umano, anche per il funzionario del governo, che è una persona umana".

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