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La mamma di una delle baby squillo di Roma: “Non lavori oggi? Siamo a corto”

Dalle intercettazioni delle telefonate tra la più piccola delle prostitute dei Parioli e sua madre emerge che la donna sapeva tutto e non appariva certo preoccupata per l’attività della figlia. La spronava, al contrario, a lavorare di più perché voleva i soldi.
A cura di Susanna Picone
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La madre della più piccola delle ragazzine coinvolte in un giro di prostituzione minorile nel quartiere bene dei Parioli a Roma sapeva quanto faceva sua figlia, e la spronava anche a mettere il “lavoro” prima della scuola. O almeno questo è quanto emerge dalle intercettazioni tra madre e figlia, riportate oggi sulla stampa. Telefonate durante le quali la mamma invitava la figlia a lavorare, perché servivano soldi. Chiedeva alla baby squillo di lavorare “perché io sto a corto, dobbiamo recupera”. Il Corriere pubblica alcuni stralci delle intercettazioni tra madre e figlia: “Senti un po’, ma che fai? Non te movi oggi?, le chiedeva la madre. E le giustificazioni della figlia sembravano aver poco peso: “No mà, perché sto male e già ho detto”, “E come facciamo? Perché io sto a corto, dobbiamo recuperà”. A quel punto la baby prostituta rassicura sua madre dicendole che il giorno successivo avrebbe provato a “recuperare” dopo scuola. E anche di scuola parlano madre e figlia nel corso delle loro telefonate.

La donna sembra voler addirittura ritirare la figlia da scuola pur di darle la possibilità di prostituirsi. Ed è la figlia a dire di voler andare a scuola, ma di non trovare il tempo per studiare: “Devi fare una scelta – le spiega sua madre – puoi alternare i giorni. Qui una soluzione bisogna trovarla, se no ti ritiro”. E la figlia: “Non mi puoi ritirare mamma, non c’ho 16 anni. Ci voglio andare”. Ed è di fronte a questa risposta che allora la donna si impegna a trovare una “soluzione” per far conciliare le due cose. La mamma della baby squillo, che è stata arrestata insieme ad altre persone, durante gli interrogatori ha negato di sapere del giro di prostituzione minorile. Così come ha negato la produzione di materiale pedopornografico un altro degli arrestati, accusato di aver filmato rapporti sessuali con una delle baby prostitute ricattandola e chiedendole 1500 euro per non rendere pubblico il video.

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