Bancarotta azienda coreana: bloccate nei porti milioni di dollari di merci Samsung e Nike

Il colosso dello shipping coreano Hanjin dichiara bancarotta e ottantacinque mega navi portacontainer di sua proprietà si trasformano in una sorta di "flotta fantasma" che vaga per i mari a corto di soldi, cibo e benzina, senza essere accettata in nessun porto e senza che nessun fornitore sia disposto a dare carburante e vettovaglie. Un paio di navi sono ferme sulla soglia del porto californiano di Long Beach con a bordo 38 milioni di dollari di valore di componenti per elettrodomestici Samsung.

L'intero trasporto via mare con container è in crisi, a causa dei tassi bassi che hanno convinto molti armatori a comprare nuove navi e del crollo dei prezzi per il boom dell'offerta. La ditta coreana ha perso da inizio anno il 63%: nei giorni scorsi le banche hanno rifiutato il piano di ristrutturazione, e l'azienda è stata costretta alla bancarotta. Considerato che la fermata in un porto per lo scarico ha un costo medio di 35 mila dollari, nessun operatore portuale è disposto a muoversi per un cliente che non potrà pagare.

Per far fronte all'emergenza il governo di Seoul ha garantito un prestito straordinario di circa 90 milioni di euro; mentre per far in modo che le barche vengano accettate in una cinquantina di porti c'è una squadra di legali al lavoro. Il problema è che questo blocco rischia di avere grosse ripercussioni su tutto il commercio mondiale, considerato che Hanjin è uno dei maggiori shipper al mondo. Stando a quanto riportato, ci sarebbero circa 14 milairdi di merci pronti a partire, per i quali adesso bisognerà trovare nuovi mezzi, come per esempio degli aerei, gli unici che sarebbero in grado di consegnare in tempo i prodotti – di marchi tra cui Nike, Ralph Lauren e Hugo Boss – per Natale o giorno del Ringraziamento.