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Autopsia Yara Gambirasio: il pm conferma “Per i risultati ci vorranno settimane”

La mattina del 9 marzo i genitori di Yara Gambirasio, Fulvio e maura si sono recati in Procura per avere notizie sui risultati dell’autopsia. Dall’incontro non è trapelata alcuna notizia rilevante.
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Si sono recati di loro spontanea volontà presso la Procura di Bergamo, Fulvio e Maura Gambirasio; è successo la mattina del 9 marzo, quando dalle 10.30 alle 12 i genitori di Yara sono stati ricevuti dal pm per un colloquio. I due hanno richiesto agli inquirenti di fare il punto sulle indagini e sui primi risultati dell’autopsia. Ciononostante non pare esserci alcuna notizia rilevante e degna di nota dal momento che nelle mani degli inquirenti non ci sono grosse novità. Pare, infatti, che finora nessun documento firmato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo sia arrivato sulla scrivania del procuratore capo di Bergamo Massimo Meroni.

Durante il colloquio con il pm Letizia Ruggieri, Fulvio e Maura Gambirasio hanno riconfermato le abitudini della figlia, il cui corpo è stato trovato a Chignolo in un campo, sottolineando che conducesse una vita piuttosto tranquilla, divisa tra scuola e palestra. All’uscita dal colloquio, i Gambirasio sono stati letteralmente presi d’assalto da cronisti e fotografi ma non hanno rilasciato alcuna dichiarazione; mano nella mano hanno raggiunto a passo svelto il parcheggio interrato e si sono allontanati.

A raccogliere le domande dei giornalisti il pm Letizia Ruggieri, che insieme ad altri agenti aveva scortato i genitori di Yara alla macchina. Non molto prodiga di risposte, il pm ha affermato di non capire “l’interesse pubblico a conoscere queste cose private dei genitori”; inoltre interrogata sui tempi dei risultati delle indagini ha confermato che si tratta di tempi lunghi: “per i risultati delle analisi ci vorranno settimane”.

Ricordiamo che le analisi della polizia scientifica non hanno rilevato impronte digitali dell’assassino su Ipod e carta sim trovati vicino al corpo di Yara e che quindi, adesso, l’attenzione degli inquirenti si concentra in particolare sul materiale biologico ritrovato sotto le unghie della giovane atleta. Le indagini della Polizia contemporaneamente si muovono nell’ambiente del locale Sabbie Mobili perquisito dalla Polizia nella notte tra il 4 e il 5 marzo, e sul DNA raccolto a 40 sospettati durante la fase preliminare dell’indagine.

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