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Attentato Londra, la madre di Youssef: “Colpa di Internet, è da lì che arriva tutto”

La donna italiana madre di uno dei tre terroristi dell’attentato a Londra: “Abbiamo sempre controllato le amicizie e verificato che non si affidasse a persone sbagliate. Ma aveva Internet ed è da lì che arriva tutto”
A cura di Antonio Palma
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“Chiedere il perdono non vuol dire nulla, per questo io prometto che dedicherò la mia vita per fare in modo che non accada più”, così la madre di Youssef Zaghba, uno dei tre terroristi dell'attentato a Londra, ha deciso di commentare per la prima volta quanto fatto dal figlio. Italiana residente a Fagnano di Valsamoggia (Bologna),  Valeria Khadija Collina da decenni si era convertita all'islam sposando un cittadino marocchino ma sottolinea di essersi sempre battuta perché il figlio no si radicalizzasse. "Quando i figli sbagliano i genitori si danno sempre qualche colpa" ha dichiarato al dona in un intervista all'Espresso, aggiungendo: "Ma io ce l’ho messa tutta e penso che lui sia stato logorato all’interno. Abbiamo sempre controllato le amicizie e verificato che non si affidasse a persone sbagliate. Ma aveva Internet ed è da lì che arriva tutto. Né in Italia né in Marocco, dove studiava informatica all’università di Fes, si era mai lasciato trascinare da qualcuno".

"Mi aveva mostrato qualche video sulla Siria, ma non mi parlò mai di andare a combattere” ha assicurato la donna che punta il dito su internet e le amicizie di Londra. "L’idea che aveva della Siria era una sorta di illusione, una sua fantasia basata su ciò che trovava navigando in Internet. Per lui la Siria era un luogo dove si poteva vivere secondo un Islam puro. Gli ho sempre detto che c’erano cose orribili che non gli mostravano” ha raccontato al donna. La madre di Youssef è convinta che a coinvolgere definitivamente il giovane nel terrorismo siano state le amicizie in Gran Bretagna: “Ha frequentato lì le persone sbagliate, quel quartiere non mi ha mai trasmesso serenità. Ci sono stata e non mi è piaciuto”.

Valeria racconta che sarebbe dovuta andare in Inghilterra per festeggiare la fine del Ramadam, ma dopo l'ultima telefonata di giovedì 1 giugno, due giorni prima dell’attentato, ha perso i contatti col figlio. “Con il senno di poi mi rendo conto che quella nei suoi piani era la telefonata di addio. Pur non avendomi detto nulla di particolare, lo sentivo dalla voce” ha spiegato la donna. Nemmeno dopo l'attentato si era preoccupata: “Solo dopo ho scoperto che gli identificati erano suoi amici e mi sono detta che magari si stava nascondendo dalle autorità”. "Aiuterò gli altri genitori a riempire il vuoto che possono incontrare i loro figli” perché "Dobbiamo combattere l’ideologia dello Stato Islamico con la conoscenza vera e io lo farò con tutte le mie forze” ha concluso la madre di di Youssef Zaghba.

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