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Attentato a Tunisi, Isis rivendica l’attacco al bus della guardia presidenziale

Lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco di ieri sera a Tunisi, in cui sono morte tredici persone e altre venti sono rimaste ferite.
A cura di C. T.
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Tunisia, attacco a bus

L'Isis ha rivendicato l'attacco di ieri sera a Tunisi, in cui sono morte tredici persone e altre venti sono rimaste ferite. Nella rivendicazione viene descritta l'azione e l'attentatore kamikaze, identificato come "Abu Abdallah al Tunissi".

L'uomo, munito di cintura esplosiva, sarebbe salito sul bus e si sarebbe fatto esplodere: "Uno dei cavalieri martiri, Abu Abdallah al Tunissi è riuscito ad infiltrarsi in un bus e ha fatto esplodere la sua cintura esplosiva per uccidere almeno 20 apostati", si legge nel comunicato. È stata pubblicata anche una foto dell'attentatore, vestito di bianco, con una cintura esplosiva, la testa e la faccia coperta da una sciarpa. Il messaggio si conclude con una minaccia agli agenti delle forze dell'ordine e ai militari tunisini.

Ieri sera una forte esplosione ha colpito un pullman della guardia presidenziale a Tunisi. L’attentato è avvenuto nei pressi dell'ex sede principale del Raggruppamento Costituzionale Democratico (Rcd), il partito dell'ex presidente Zine El Abidine Ben Ali. Il presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato d'emergenza per 30 giorni in tutto il paese e un coprifuoco dalle 21 di ieri sera alle 5 del mattino.

Secondo i primi risultati delle indagini preliminari resi noti dal ministero dell'Interno tunisino, nell'attentato sarebbero stati utilizzati 10 chili di esplosivo militare contenuti probabilmente in uno zaino o una cintura esplosiva.

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