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Attentati Parigi, Venezia teme per il carnevale. Zaia: “Tutti dovranno togliersi maschera”

“E’ un evento che attira migliaia di persona. E’ concepito per mascherarsi ma noi vogliamo sicurezza”, spiega il governatore della Regione Veneto. Quindi controlli a tappeto su chi entra da Piazzale Roma e dalla stazione.
A cura di Biagio Chiariello
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C’è tensione anche in Italia per gli attentati di Parigi. Non solo per il Giubileo, ma anche per altri eventi  come il Carnevale di Venezia. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, chiederà oggi stesso al prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, di convocare il tavolo per l’ordine pubblico: “Io non ho i poteri né le competenze necessarie – dice – ma bisogna far presto, perché il Carnevale di Venezia è alle porte e dopo le minacce dell’Isis di voler colpire anche l’Italia non mi sento per niente sicuro”. E’ bene dire che il noto evento in Laguna, che attira turisti da tutto il mondo, comincerà il 23 gennaio prossimo, ma quest’anno per la prima volta il governatore della Regione vorrebbe che si prendessero provvedimenti ad hoc, visti i fatti di venerdì 13.  "Il Carnevale di Venezia comunque deve essere fatto – afferma Zaia – perché se cominciamo a limitarci è una vittoria per i terroristi islamici. Però è altrettanto vero che Venezia ha due punti di ingresso principali: Piazzale Roma e la stazione. Lì occorre fare blocchi e varchi perché ogni persona venga controllata e identificata". E spiega: “Ai punti di controllo ogni partecipante dovrebbe togliersi la maschera per consentire di farsi identificare, passando attraverso il metal detector…”.

“Il Carnevale è un grande momento di gioia – ha detto ancora il Governatore veneto – ma è anche quello in cui i mascheramenti sono un fatto naturale, perciò la preoccupazione è grande”. In quei giorni “siamo in overbooking nelle calli e negli alberghi, quale occasione migliore di colpire, per i terroristi di questa guerra non convenzionale”. Ma per Zaia, i pericoli non riguardano solo il Carnevale di Venezia. Ci sono altri posti in cui i terroristi avrebbero strada facile se decidessero di sparare indiscriminatamente sulla folla, com’è successo ad esempio al Bataclan: “Penso a Gardaland e già mi vengono i brividi”, conclude il presidente del Veneto, la stessa regione di Valeria Polesin, l’italiana che ha trovato la morte a Parigi.

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