Attentati Parigi: “Salah Abdeslam fuggì nascosto in un mobile”
Salah Abdeslam, il principale ricercato per gli attentati di Parigi di venerdì 13 novembre, potrebbe essersi trovato in una casa di Molenbeek, quartiere di Bruxelles, due giorni dopo le stragi terroristiche ma la polizia non avrebbe potuto far nulla per arrestarlo perché c’è una legge che impedisce le perquisizioni notturne tra le 23 e le 5 del mattino. È quanto ha detto, nel giorno in cui in Austria sono state arrestate due persone sospettate di aver legami con gli attentati parigini, il ministro della Giustizia belga Koen Geens. Nel corso di un’intervista al canale tv Vtm, Geens avrebbe detto che la posizione di Salah Abdeslam era nota ai servizi di intelligence la notte fra il 15 e il 16 novembre, due giorni dunque dopo gli attentati. Tuttavia la polizia non avrebbe potuto intervenire a causa di questa legge del 1967 che appunto vieta le perquisizioni notturne: deroghe a questa legge sono permesse solo in caso di “flagranza di reato” o di “incendio” ma non in relazione al terrorismo. Per intervenire nell'orario proibito anche in caso di indagini per terrorismo sarà necessario modificare il codice penale belga. Si tratta di modifiche che rientrano fra le 18 proposte che il primo ministro belga Charles Michel ha presentato dopo gli attacchi di Parigi per rendere la lotta al terrorismo più efficace.
Salah avrebbe sfruttato un trasloco per scappare – In quella abitazione sospetta in Belgio la polizia intervenne durante la giornata del 16 novembre, solo dopo aver ottenuto un mandato di perquisizione, ma di Salah Abdeslam non c’era traccia. Secondo la RTBF, la tv pubblica belga, il ricercato numero uno delle stragi di Parigi sarebbe riuscito a scappare sotto il naso della polizia nascondendosi in un mobile e sfruttando un trasloco in corso nella via dove si nascondeva a Molenbeek, al n. 47 di rue Delaunoy, proprio tra il 15 e il 16 novembre.