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Atletica, Tamberi nella storia: nuovo record italiano

L’atleta azzurro, meglio conosciuto come “mezzabarba” a causa del suo curioso look, in Germania ha migliorato per ben due volte il suo precedente record nel salto in alto.
A cura di Marco Beltrami
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L'Italia dello sport è in festa. Giornata storica per l'atletica azzurra, grazie a Gianmarco Tamberi che ha compiuto un'impresa super migliorando per ben due volte il record italiano di salto in alto. Il 23enne marchigiano si è superato in occasione del meeting tedesco di Eberstadt, ritoccando quel risultato che aveva raggiunto poche settimane fa a Colonia: ovvero 2.34 metri, in comproprietà con Marco Fassinotti. Questa volta però il campione delle fiamme gialle che sfodera un curioso look che gli è costato il soprannome di "mezzabarba", ha fatto ancora meglio. Tamberi ha prima superato i 2.35 in occasione della terza prova, e subito dopo i 2.37. Ecco la progressione di Tsunami (altro nickname di Tamberi): 2,20/1, 2,24/-, 2,27/1, 2,30/3, 2,33/1, 2,35/3, 2,37/1. Il saltatore italiano, non appagato, ha tentato anche di superare i 2.39 senza fortuna, ma dimostrando di avere nelle corde la possibilità di migliorarsi. Record italiano, ma niente vittoria per Tamberi che si è dovuto inchinare al bronzo olimpico Drouin che ha raggiunto, come l'italiano i 2.37, senza però errori durante la progressione. In virtù del risultato odierno il portacolori azzurro si piazza al terzo posto delle liste mondiali e al primo di quelle europee stagionali, a pari punti con il campione del mondo Bondarenko.

Il lavoro di Tamberi ha portato ottimi risultati e ha confermato i miglioramenti e i progressi apportati dal saltatore alla sua tecnica dopo l'exploit di Colonia. Queste le sue dichiarazioni di allora che si sono rivelate di buon auspicio: "A Buhl ho capito la chiave dei miei salti. La nostra specialità sta cambiando e anch’io ho modificato molto la mia azione. Prima staccavo molto sotto l’asticella, diciamo a 65-70 cm, e ogni balzo era un trauma per le mie caviglie. L’anno scorso mi ero procurato tre distorsioni all’articolazione di stacco. Ora invece stacco a 110-115 cm dell’asticella, è un’azione più continua. Prima non riuscivo a camminare dopo le gare, ora sono tranquillo. E'un’evoluzione tecnica mostruosa, e la cosa che mi da più soddisfazione è vedere che, oltre a stare meglio, riesco ad ottenere questi risultati. Devo ringraziare mio padre Marco, che mi allena e che mi ha supportato anche quando facevo 1.90".

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