Arrestati 15 migranti islamici: gettarono in mare 12 cristiani per motivi religiosi

Sono accusati di aver gettato in mare durante la traversata del Canale di Sicilia dodici loro compagni di religione cristiana. Per questo 15 migranti musulmani, sbarcati in questi giorni sulle coste siciliane, sono stati arrestati dalla polizia giudiziaria dalla Squadra mobile di Palermo. All'arrivo al porto del capoluogo siciliano, dopo i soccorsi, erano stati gli altri compagni di viaggio a indicarli alle forze dell’ordine. La polizia avrebbe raccolto "dichiarazioni coerenti", si apprende da fonti giudiziarie, e ci sarebbero anche riconoscimenti fotografici di alcuni degli indagati, tra cui anche un minorenne.  Un rapporto sulla base di quanto raccontato dai superstiti è stato consegnato stamattina al procuratore aggiunto Maurizio Scalia. La Procura ha adesso 48 ore di tempo per chiedere la convalida dell’arresto. Tutti sono stati fermati dagli agenti e portati nel carcere di Pagliarelli. Sono del Mali, Guinea e soprattutto della Costa d'Avorio.

Non è la prima volta che le forze dell’ordine si trovano di fronte a una storia così assurda e terrificante: qualche giorno fa il capitano di un barcone arrivato a Pozzallo (provincia di Ragusa) avrebbe gettato in mare il cadavere di uno dei profughi in viaggio, per allontanare gli squali che minacciavano l'imbarcazione. Nel frattempo non si fermano gli sbarchi: nella giornata di oggi sono giunti sulle coste siciliane 586 profughi, tra cui 79 donne, dieci delle quali incinte, e 58 bambini, cinque dei quali neonati. I profughi provengono da vari paesi dell'Africa sub sahariana: Senegal, Gambia, Nigeria e Costa d'Avorio. Cento di loro saranno trasferiti nel Cie di Trapani. Ma non sono mancati gli incidenti: tre giorni fa, secondo il racconto di alcuni testimoni a Save The Children, 400 migranti sarebbero morti in mare a seguito del naufragio del barcone su cui viaggiavano.