Picchia e riduce in fin di vita la figlia di 2 mesi: arrestata
Tentato omicidio, lesioni gravissime e abbandono di minore: sono i reati di cui dovrà rispondere una 33enne bulgara arrestata dai militari di Anzio (Roma). I presunti reati della donna risalgono allo scorso gennaio e sono stati scoperti dopo che questa ha accompagnato la figlia di appena due mesi in ospedale per uno stato di disidratazione e sospetta bronchiolite. I successivi accertamenti medici sulla bambina avevano evidenziato un quadro clinico molto grave derivante da emorragie cerebrali e fratture craniche che le hanno provocato uno stato di disabilità permanente. La bambina era in fin di vita ma sua madre, intanto, era scomparsa. Inutili, infatti, i tentativi del personale sanitario di contattare la donna che subito dopo il ricovero aveva fatto perdere le sue tracce e non si era più recata in ospedale per informarsi delle condizioni di salute della figlia.
Poco compatibili le sue dichiarazioni con la gravità delle lesioni della piccola – A quel punto sono dunque scattate le indagini degli agenti del Commissariato di Anzio che hanno rintracciato la 33enne per poi ricostruire quanto da lei compiuto. La donna aveva attribuito le gravi condizioni della bambina a una caduta accidentale o a lesioni provocati dal fratello più grande, una ricostruzione che però non ha convinto gli investigatori. La gravità delle fratture della bambina ha fatto pensare alle lesioni da parte della stessa donna. Per trovare la 33enne bulgara, resasi irreperibile, i poliziotti hanno passato al setaccio gli ambienti della prostituzione del litorale romano.