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Armi alla Libia, bufera su Tofalo (M5S): “Agisco nell’interesse dell’Italia”

Dopo le rivelazini di Annamaria Fontana, la donna ora in carcere insieme al marito con l’accusa di traffico internazionale di armi all’Iran e alla Libia, è bufera politica su Angelo Tofalo, deputato pentastellato e componente del Comitato di vigilanza sui servizi segreti.
A cura di Antonio Palma
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Dopo le rivelazioni di Annamaria Fontana, la donna ora in carcere insieme al marito con l'accusa di traffico internazionale di armi all'Iran e alla Libia, è polemica sul deputato del Moviemento Cinque stelle e componente del Copasir Angelo Tofalo. Il parlamentare infatti durante gli interrogatori dei pm è stato tirato in ballo dalla donna per una sua partecipazione all'intervista al leader libico e islamista Khalifa Ghwell e per un presunto successivo convegno in Italia da lui organizzato per mettere in contatto i libici con esponenti di spicco del M5S, poi saltato. "I membri del Copasir hanno accesso a documentazioni riservate e svolgono la delicata funzione di controllo sui nostri Servizi segreti, dovrebbe essere lui stesso ad astenersi dal partecipare alle riunioni del Copasir fino a quando queste vicende non saranno chiarite" ha attaccato il vicepresidente del Senato ed esponente di Forza Italia, Maurizio Gasparri, chiedendo chiarezza sul caso.

"Mi rivolgo pubblicamente al presidente del Comitato, Giacomo Stucchi, e ai presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, che non possono ignorare questa gravissima circostanza. Faccio poi appello ai responsabili dei Servizi di sicurezza e delle Forze di polizia perché tengano conto di questa circostanza. Il caso Tofalo rischia di paralizzare il Copasir e di rendere pericolosa la circolazione di notizie riservate", ha proseguito Gasparri, concludendo: "Chiedo anche di sapere a quali argomenti abbia avuto accesso Tofalo. È in gioco la sicurezza nazionale in tempo di terrorismo. E la politica, soprattutto in questi ambiti, non può essere un gioco per grillini".

Sul caso è intervenuto anche il senatore del Pd Stefano Esposito commentando:  "Tofalo ha ammesso di aver incontrato il premier golpista libico. È ancora al Copasir? Ancora non si è dimesso? È lui ad aver ricevuto informazioni dal golpista o magari il contrario, il golpista che gli ha estorto informazioni riservate che lui ha in quanto membro Copasir?" chiede Esposito che rincara la dose: "Al convegno col golpista che Tofalo dice di aver voluto organizzare dovevano andare anche Di Maio e Di Battista: non hanno nulla da dire?".

Tofalo dal suo canto si difende, come già aveva fatto in precedenza dopo le prime rivelazioni di Annamaria Fontana, e assicura che lui ha sempre agito nell'interesse dell'Italia. "Mi sto adoperando, nell'esercizio delle mie funzioni parlamentari e nell'esclusivo interesse della Nazione, per facilitare dialoghi internazionali per la pace e mi sveglio con il mio nome su tutti i quotidiani. Questi sono momenti utili a misurare il grado di onestà intellettuale di chi ti circonda" ha scritto l'esponente pentastellato su Facebook, commentando: "Sapevamo fin dal primo giorno che non sarebbe stato facile. Quando con onestà e competenza combatti il marcio del sistema, il sistema stesso reagisce violentemente contro di te. Hanno attaccato mediaticamente molti miei colleghi e questa volta è toccato a me". "Operare sempre la scelta più giusta è difficile, bisogna credere fermamente nelle proprie potenzialità e in quelle di chi ci accompagna nel viaggio. Se non vuoi vivere situazioni scomode si può, basta fare scelte facili come girarsi dall'altro lato. Il premio però, se decidi di resistere, è un'armatura indistruttibile. Continuo a lavorare duramente perché ci credo come il primo giorno. Sono molto tranquillo e ringrazio le innumerevoli persone, moltissimi attivisti, che mi hanno contattato in queste ore dandomi il loro sostegno" ha concluso tofalo.

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