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Anziana uccisa a Catania, omicida confessa: “Mi doveva 10 euro”

In manette un uomo di 36 anni che ha confessato l’omicidio della 75enne colpita nella sua abitazione a Calatabiano. Interrogato, l’uomo ha ammesso di aver ucciso la donna per questioni economiche.
A cura di Susanna Picone
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Un uomo di 36 anni è stato fermato dai carabinieri di Catania con l'accusa di essere l'assassino di Amalia Ruccella, la donna di 75 anni uccisa nella sua casa di Calatabiano con un colpo di bottiglia alla testa. L’anziana donna è stata sorpresa nella sua abitazione subito dopo essere rientrata dall'ufficio postale dove aveva appena prelevato 500 euro. Poche ore dopo il delitto il 36enne, P.C., ha ammesso le sue responsabilità. Ha raccontato di aver ucciso la 75enne per un debito di pochi euro. A raccontare il movente è stato lo stesso presunto assassino. L'uomo, conoscendo la vittima, era entrato nella sua abitazione e, chiusosi la porta alle spalle, aveva colpito alla testa la donna, che era seduta sul divano, con una bottiglia che si era frantumata. Poi aveva sferrato alla gola il fendente mortale con il collo della bottiglia, sul quale aveva lasciato un'impronta digitale, e dopo avere rovistato all'interno di una credenza, era fuggito dal retro della casa.

L’arrestato ha reso ampia confessione – Dalla visione di filmati di sorveglianza presenti nella zona e dall'analisi dei tabulati telefonici carabinieri avevano stilato una lista di sospetti, includendo anche il 36enne poi arrestato. Dopo le prime dichiarazioni spontanee l’uomo, trasferito nella sede del comando provinciale dei carabinieri, ha reso ampia confessione al Pm Pasquale Pacifico, spiegando di avere agito perché la 75enne “si era opposta di saldare nei suoi confronti un debito di 10 euro”. L’omicidio dunque non sarebbe stato volontario e premeditato: l’uomo avrebbe colpito la donna durante la lite. L’arrestato è stato rinchiuso nel carcere di Piazza Lanza a Catania, in stato di fermo, in attesa dell'udienza di convalida che si terrà nei prossimi giorni. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Michelangelo Patanè e dal sostituto Pasquale Pacifico.

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