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Ecco quelle telefonate che Anna Maria Cancellieri non ha fatto

In carcere, ammalati, senza strutture dignitose di supporto e cura: la via crucis dei detenuti con patologie gravi è una vergogna tutta italiana. Il Guardasigilli che telefonò per informare dello stato di salute della Ligresti dovrebbe ricordarsi le decine di telefonate che non ha fatto: quelle per i carcerati senza nomi importanti e senza amici influenti.
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Anna Maria Cancellieri telefonò ai vertici dell'Amministrazione penitenziaria di Stato per informare delle condizioni di salute di Giulia Ligresti, amica di famiglia, detenuta e ammalata. Poi, quando la vicenda è venuta alla luce, per giustificarsi ha detto che l'avrebbe fatto con chiunque. Poi ha detto che l'ha fatto anche altre volte per perfetti sconosciuti. Poi è salita al Colle da Giorgio Napolitano per parlare di indulto e amnistia ed è poi andata al Parlamento Europeo a parlare di indulto e amnistia, a dire che le carceri italiane scoppiano. Il ministro della Giustizia del governo Letta è in bilico, ora, bersagliata anche da quella parte del Partito Democratico che ha avuto un sussulto di dignità rispetto a certi temi.

Al prefetto, ex ministro dell'Interno e attuale Guardasigilli, vorremmo ricordare le ultime telefonate che non ha fatto. Non ha telefonato, ad esempio, per perorare la causa di Federico Perna, morto con epatite C e una gravissima cirrosi epatica nel carcere di Poggioreale. Era un detenuto in gravissime condizioni di salute, Federico. È rimasto in carcere, nonostante tutto e da lì ne è uscito in una cassa di legno. Una inchiesta dirà – si spera – qual è la verità sulla sua morte. Come lui tanti: carcerati silenziosi e senza cognome. Numeri per il Dap, il dipartimento amministrazione penitenziaria. Lacrime e tragedie per parenti, per figli, mogli, genitori, amici. Questo è il promemoria che facciamo al ministro Cancellieri. Insieme ad un invito: renda l'Italia un poco più normale, ammetta l'errore e lasci il ministero della Giustizia.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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