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Angelo Vassallo e il sindaco di Pollica che “non deve” ricordare

Per il sindaco di Pollica “ricordare non è un obbligo”. E allora toccherà parlare e raccontare di Angelo Vassallo altrove, ma non lì, dove regna l’oblìo.
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Oggi se vai a Pollica, nel giorno della morte di Angelo Vassallo, fanno la sagra del pesce.
Pollica è quell'angolo di paradiso nel Cilento il cui sindaco, cinque anni, venne barbaramente ucciso. Quell'omicidio è ancora senza colpevoli.

Un anno è di 365 giorni. La festa del pesce doveva cadere proprio nel giorno in cui si celebravano i cinque anni da un omicidio? Col cuppetiello di frittura in mano nel luogo in cui è avvenuto un fatto orrendo? Io non riesco a capacitarmi.

Poi, siccome la figuraccia era troppo grande, il Comune si è affrettato a dire che accende le candeline, sta sera. Ci sarà anche una Santa Messa (ma la messa, si sa, non è competenza dell'Amministrazione locale di Pollica).
Attenzione: il Comune di Pollica non è guidato dal centrodestra, che uno dice «dai, abbiamo capito, è uno scontro tra fazioni..». No. Il sindaco del piccolo centro cilentano è del Partito Democratico, si chiama Stefano Pisani. Sono andato sul suo profilo Facebook, ho letto una frase che mi ha turbato: «Ricordare non è un obbligo, né un dovere, né ha modi già scritti…» scrive. Ricordare non è un obbligo, dice.

E se siamo arrivati al livello in cui ricordare non è obbligo né dovere, allora beh, abbiamo davvero detto tutto: toccherà ricordare Angelo Vassallo altrove. E attendere che passino le tenebre dell'oblìo su Pollica.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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