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Andrea, suicida a 15 anni “perché deriso”. I compagni dinanzi al pm

Il giovane si è ucciso lo scorso novembre a Roma, si è impiccato con una sciarpa sulle scale di casa. Per molti lui era “il ragazzo dai pantaloni rosa”, quello con le unghie laccate. Il suicidio dopo le scritte omofobe al liceo Cavour.
A cura di Susanna Picone
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Due studenti del liceo scientifico Cavour di Roma si sono presentati negli uffici di Piazzale Clodio per essere ascoltati dal pubblico ministero Pantaleo Polifemo. Si tratta di due ragazzi che andavano a scuola insieme ad Andrea, il giovane che lo scorso 20 novembre si è suicidato stringendosi una sciarpa al collo e lasciandosi soffocare sulle scale di casa. Andrea aveva solo 15 anni, dopo la sua morte è stata aperta un’inchiesta. L’ipotesi di reato è istigazione al suicidio. Il 15enne si sarebbe ucciso perché deriso per la sua presunta omosessualità. Era per tutti “il ragazzo dai pantaloni rosa”, si è tolto la vita dopo che al suo liceo erano apparse delle scritte omofobe. Veniva deriso anche sul web, c’era su Facebook una pagina dedicata a lui, dedicata appunto al “ragazzo con i pantaloni rosa” che in una foto aveva le unghie laccate (usava lo smalto, a quanto pare, per non mangiarle).

Saranno ascoltate altre persone – Le testimonianze dei suoi compagni, mesi dopo la morte del giovane, potrebbero portare a una svolta nelle indagini. Per ora sono stati ascoltati una ragazzina che per ultima avrebbe parlato a telefono con Andrea e un compagno che aveva detto che il 15enne, qualche settimana prima dei tragici fatti, aveva già tentato di togliersi la vita. Gli inquirenti avrebbero comunque già in programma di ascoltare altre persone. Tutto per capire se qualcuno abbia spinto Andrea a suicidarsi, se quella morte potesse essere evitata. L’avvocato difensore della famiglia della vittima ha presentato una denuncia in Procura in cui sostiene che il reato da perseguire sia “morte come conseguenza di un altro reato”, ovvero diffamazione ripetuta.

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