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Aveva portato i fiori sul luogo della morte del figlio. Multato

Andrea Rossato aveva dieci anni quando morì su una pista da sci. Anni dopo il padre ha portato i fiori sul luogo dell’incidente in memoria del figlio. Multato perché fuori pista.
A cura di Redazione
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Il figlio di dieci anni era morto sugli sci il 5 marzo del 2011, quando, scendendo il Canalone di Tofana a Cortina d’Ampezzo, si era schiantato contro un albero. Il processo per individuare le responsabilità della morte di Andrea Rossato è rimandato al 23 maggio, dopo che ieri, in sei ore di udienza, i familiari e gli amici del giovane sono dovuti tornare con la memoria al drammatico giorno dell'incidente. Da un lato la famiglia, costituitasi parte civile, dall'altra Luigi Pompanin, gestore dell'impianto, e Giuseppe Bisotto, l'ingegnere considerato quel giorno l'accompagnatore del bambino, in giudizio con l'accusa di omicidio colposo. Andrea è stato descritto dagli amici come un abile sciatore capace di affrontare qualsiasi percorso. Sul banco dei testimoni, anche il padre Mauro Rossato, che ha raccontato un particolare assurdo: recatosi sul luogo dell'incidente lo scorso invero, l'uomo aveva posato dei fiori. Rossato è stato poi multato perché, raggiungendo il luogo dell'incidente, è andato fuori dalla pista.

Il padre ha proseguito nel racconto, ricordando che nella mattinata stessa dell'incidente il figlio aveva partecipato ad una gara e che, non essendovi stato alcun incidente, aveva continuato a sciare anche dopo la competizione. Il padre Mauro aveva potuto seguirlo solo dagli spalti, perché infortunato. Con Andrea e gli amici, però, c'era il padre di un altro ragazzo della comitiva, l'imputato Giuseppe Bisotto. Uno degli amici del giovane ha raccontato di aver controllato la presenza di Andrea nel gruppo, ma che, dopo una curva, non aveva più visto il coetaneo. Successivamente è in quel punto che si sono concentrate le ricerca fino al ritrovamento del corpo. Andrea vestiva correttamente tutto l'equipaggiamento di sicurezza d'obbligo. Assente in tribunale la madre Alessandra Gerarduz, costretta a non presentarsi in tribunale su consiglio medico per non mettere a rischio la propria salute già minata da una patologia cardiaca.

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