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Anac: “Carenze e irregolarità nelle nomine dei manager in Rai”

L’Autorità Nazionale Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone ha presentato le conclusioni sulle ventuno nomine di manager esterni in Rai. Tra le irregolarità riscontrate il mancato utilizzo dell’annuncio osizione vacante per effettuare una ricognizione interna, nelle procedure di selezione dei dirigenti e il conflitto d’interessi per una delle posizioni rispetto a chi ha curato la selezione.
A cura di C. T.
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Dopo l'esposto presentato da Usigrai, l'Autorità Nazionale Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone ha presentato le conclusioni sulle ventuno nomine di manager esterni in Rai, nove delle quali effettuate mentre era in vigore il piano anticorruzione 2015-2017 e 12 assunzioni effettuate dopo l'entrata in vigore del piano anticorruzione 2016-2018, che ha previsto nuovi obblighi. Delle ventuno assunzioni, dieci sono a tempo determinato, undici determinato. Partendo dai due piani anticorruzione e dalla documentazione della Rai, l'Anac ha proceduto alle verifiche e riscontrato che sebbene le procedure "rispettano a grandi linee i principi generali dei piani" sussistono "carenze documentali, specie con riferimento alle fasi di ricognizione interna e della selezione esterna, che non consentono la piena tracciabilità delle attività svolte, con conseguenze negative in termini di trasparenza".

Tra le irregolarità riscontrate il mancato utilizzo dell'annuncio osizione vacante per effettuare una ricognizione interna, nelle procedure di selezione dei dirigenti – il cosiddetto "job posting" – e il conflitto d'interessi per una delle posizioni- il Cso – Direttore Security & Safety – rispetto a chi ha curato la selezione. L'Anac ha quindi rimesso le sue osservazioni "alla valutazione del ministero dell'Economia e delle Finanze, in quanto ministero vigilante". All'Autorità, in ogni caso, non spetta valutare né "la legittimità o meno delle procedure di assunzione o dei requisiti di partecipazione delle procedure concorsuali", né "la legittimità dell'ammontare degli stipendi". Bensì è suo compito vigilare su "applicazione e l'efficacia" delle misure adottate nei piani anticorruzione Rai. Per l'azienda, dunque, il parere dell'Anac non è vincolante e quindi non invalida automaticamente le nomine.
Dalle verifiche effettuate è emerso il "mancato rispetto dell'obbligo" in base al quale le procedure di reclutamento devono essere "avviate sulla base di richieste formalizzate e motivate con la specifica indicazione delle esigenze della società"; "carenze" nella "tracciabilità dei criteri di selezione e valutazione dei candidati"; e "carenze formali e sostanziali" per 11 posizioni su 12 per quanto riguarda le ricognizioni interne, perché "sebbene formalmente richiamate nei documenti ufficiali, risultano documentate formalizzate soltanto in minima oarte e secondo modalità non omogenee".

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