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Amianto Olivetti, De Benedetti condannato a cinque anni e due mesi

In primo grado, Franco e Carlo De Benedetti sono stati condannati per omicidio colposo e lesioni plurime. Per Corrado Passera, un anno e undici mesi di condanna, con sospensione della pena. Assolto Roberto Colaninno.
A cura di Charlotte Matteini
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Era prevista per oggi la tanto attesa sentenza relativa al processo per le morti causate da mesotelioma pleurico da sospetta esposizione all'amianto alla Olivetti tra gli anni '70 e '90. Il collegio giudicante ha deciso di infliggere una condanna da cinque anni e due mesi a Carlo e Franco De Benedetti e un anno e undici mesi a Corrado Passera, con sospensione della pena. In tutto, gli imputati al processo erano 17, accusati di omicidio colposo e lesioni colpose plurime relative ai casi di ex operai ammalatisi di mesotelioma. La sentenza emessa dal Tribunale di Ivrea era molto attesa soprattutto per quanto riguardava la posizione dei dirigenti apicali della vecchia Olivetti, risoltesi con una condanna in primo grado. Roberto Colaninno, invece, accusato di lesioni colpose relative a una solo caso, è stato assolto.

I pubblici ministeri Laura Longo e Francesca Traverso durante la requisitoria avevano chiesto per Carlo De Benedetti pena di 6 anni e 8 mesi, mentre per il fratello Franco la condanna richiesta ammontava a 6 anni e 4 mesi. Tre anni e 6 mesi per Passera, mentre per Colaninno, invece, gli stessi pubblici ministeri avevano chiesto l'assoluzione "perché il fatto non sussiste". In totale le richieste di condanna erano 15, tutte riferite ai decessi di dieci operai, avvenuti tra il 2008 e il 2013, che tra la fine degli anni Settanta e l'inizio dei Novanta lavorarono negli stabilimenti Olivetti. Secondo l'accusa, gli operai sarebbero morti a causa della continua esposizione alle fibre tossiche di amianto, la quale li ha portati anni dopo a contrarre il mesotelioma pleurico, una forma tumorale che colpisce chi si espone all'amianto. Il processo è stato celebrato all'auditorium del liceo Gramsci di Ivrea. Fra le parti civili, oltre ai familiari delle vittime, figurano Inail, Fiom-Cgil, il Comune di Ivrea e la Città metropolitana di Torino.

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