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Allo studio la riforma dei voucher. Boeri striglia la Cgil: “Ipocrita chi vuole abolirli”

Tre i principali cambiamenti che verranno apportati, indipendentemente dalla decisione della Consulta in merito al referendum sul Jobs Act e all’abolizione dei voucher: il governo sarebbe propenso a inserire numerose limitazioni per arginare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro precario, che verranno predisposte e presentate nel mese di febbraio. Il presidente dell’Inps Tito Boeri sostiene che per quanto la normativa vada modificata, i voucher non vadano aboliti e in un’intervista a Repubblica taccia di ipocrisia la Cgil, promotrice del referendum.
A cura di Charlotte Matteini
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Nel giorno in cui la Corte Costituzionale si appresta a decidere sull'ammissibilità dei quesiti referendari proposti dalla Cgil relativi alla reintroduzione dell'articolo 18 per le imprese sopra i 5 dipendenti, all'abolizione dei cosiddetti voucher per il lavoro accessorio e al reintegro della responsabilità in solido di appaltante e appaltatore, si torna a parlare dei tanto famigerati voucher proponendo una radicale riforma dello strumento, riforma più volte annunciata da numerosi ministri del Governo Gentiloni, tra cui lo stesso titolare del dicastero del Lavoro Giuliano Poletti. Al vaglio del governo ci sarebbero numerose correzioni allo studio, riferisce l'agenzia di stampa Adnkronos, tra cui la riduzione dei tempi di incasso del rimborso per i datori di lavoro, che passerebbe dall'attuale anno a circa 6 o 3 mesi, la riduzione del tetto massimo per i lavoratori da 7mila a 5mila euro annui e la riduzione del numero di settori in cui il voucher potrà essere utilizzato o, in alternativa, l'esclusione dalla platea dei potenziali beneficiari dei lavoratori contrattualizzati.

Indipendentemente dalla decisione della Corte Costituzionale in merito al quesito referendario, stroncare ogni forma di abuso nell'utilizzo dello strumento voucher è l'obiettivo del governo, il quale vorrebbe soprattutto arginare il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori precari che starebbe assumendo proporzioni preoccupanti. Le correzioni, secondo indiscrezioni, dovrebbero giungere verso metà febbraio e il testo definitivo verrà predisposto solo dopo la pubblicazione dei dati relativi alla tracciabilità dei voucher che l'Inps fornirà il mese prossimo, che andranno a fornire un quadro più chiaro del fenomeno.

In un'intervista concessa oggi al quotidiano La Repubblica dal presidente dell'Inps, Tito Boeri ha sostenuto la necessità di effettuare dei cambiamenti alla normativa relativa al lavoro accessorio, ma di essere contrario a una cancellazione tout court dello strumento. "Non c'è dubbio che c'è stato un abuso dei voucher per le prestazioni temporanee e accessorie e che sono stati utilizzati per finalità molto differenti da quelle che il legislatore si era proposto. Qualche correttivo quindi serve. Ma cancellare i voucher sarebbe davvero sbagliato. Anche perché nel dibattito di questi giorni vedo molta ipocrisia", ha spiegato il presidente dell'ente previdenziale che, commentando la notizia relativa all'utilizzo dei voucher da parte della Cgil, promotore del referendum per la loro abolizione, ha sottolineato: "Dai nostri dati si tratta di un episodio tutt'altro che isolato. Nell'ultimo anno la Cgil ha investito 750 mila euro in voucher; non si tratta quindi né solo di Bologna né solo di pensionati. Anche altri sindacati hanno massicciamente usato questi strumenti, ad esempio la Cisl ne ha utilizzati per un valore di 1 milione e mezzo di euro".

"Si possono imporre dei limiti all'utilizzo mensile anziché annuale dei voucher. Se vediamo che in un mese lo stesso datore di lavoro ha usato lo stesso lavoratore per molte ore con i voucher questo indica la sostituzione di un contratto di lavoro alle dipendenze con i voucher. Si possono migliorare i controlli facendo pervenire direttamente all'Inps anziché al ministero gli sms di attivazione e rendendo finalmente operativo l'ispettorato nazionale del lavoro per assicurare che al voucher corrisponda effettivamente a un'ora lavorata. Questo lo renderebbe come un salario minimo, un istituto di cui si sente il bisogno in Italia", ha proseguito Boeri spiegando i cambiamenti che idealmente sarebbe propenso a effettuare.

"La disoccupazione giovanile resta a livelli inaccettabili. Ma da quando c'è il Jobs Act l'occupazione è cresciuta più del reddito nazionale. Gli studi che stiamo facendo ci diranno che ruolo hanno avuto in questo gli incentivi fiscali rispetto al contratto a tutele crescenti, il cui scopo principale era comunque quello di migliorare in prospettiva la produttività e i salari visto che questa forma di contratto vuole stimolare le imprese a investire sulla formazione dei lavoratori", ha concluso infine Boeri commentando i dati sulla disoccupazione pubblicati ieri.

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