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Allarme carne “cancerogena”, Federalimentare pronta a citare per danni l’Oms

La federazione dell’industria alimentare italiana insieme ad altre europee è pronta a battagliare contro l’Organizzazione mondiale della Sanità che ha inserito le carni rosse e lavorate fra le sostanze che possono causare il cancro.
A cura di Biagio Chiariello
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Federalimentare dichiara guerra all’Organizzazione mondiale della sanità, dopo l’allarme di qualche giorno fa in merito alla presunta correlazione tra consumo della carne rossa e lavorata e tumore. La Federazione Italiana dell’Industria Alimentare sta infatti valutando con alcuni studi legali svizzeri e altre federazioni di industriali europei di citare per danni l’Organizzazione mondiale della salute “per la grave imprudenza dimostrata nella comunicazione relativa allo studio sulle carni rosse o trasformate, non corrispondente agli elementi certi a disposizione”. È quanto ha comunicato il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia in una nota ufficiale. La nota arriva a seguito dei dati resi noti dalle associazioni di categoria Assica e Assocarni, nel corso della prima settimana successiva alla comunicazione dell’OMS: solo in Italia c’è stato un vero e proprio crollo delle vendite: -17% per i wurstel, -14,7% per la carne in scatola, -11,6% per la carne elaborata, -9,8% per i salumi e -6,8% per la carne fresca.

Negli ultimi tempi “abbiamo assistito a un indiscriminato accanimento da parte dell’Oms sul corretto approccio dei consumatori a specifiche categorie di alimenti. E il livello di accuratezza nella ricerca di basi solide dovrebbe essere ancor più minuzioso quando le esternazioni dell’Oms prendono la forma della raccomandazione” ha detto Scordamaglia al Sole 24 ore, che ricorda come “uno studio del Journal of clinical epidemiology rivela come l’Oms emetta con molta frequenza raccomandazioni con “bassa o molto bassa evidenza scientifica”.  Secondo gli industriali infatti i risultati dello studio “sono “ancora oggetto di revisione” e “la cui documentazione completa non è stata fornita né agli Stati membri, né agli addetti ai lavori”. Secondo lo studio, infatti, nel periodo 2007-12, l’Oms ha pubblicato 289 raccomandazioni definite forti, quindi molto affidabili. Di queste 95 erano basate su un livello di evidenza scientifica classificato come “basso” e 65 addirittura come “molto basso”.

Federalimentare sottolinea che questo studio non è stato neppure discusso dal rappresentante dell’OMS presso l’Unione Europea, Roberto Bertollini, ascoltato il 10 novembre scorso dalla Commissione Ambiente e Difesa del consumatore del Parlamento Europeo “nel corso di un’audizione in cui deputati di tutti i partiti hanno deprecato l’allarmismo e la scarsa accuratezza della comunicazione da parte dell’OMS”. Scordamaglia rincara la dose: “Gli attacchi allarmistici sullo zucchero, sulla carne e quelli annunciati sul caffè  ci lasciano perplessi dal momento che l’estrema carenza di basi scientifiche solide deriva dallo stesso sistema di valutazione scientifica utilizzato dall’Oms e denominato Grade, tuttora ufficialmente in vigore”.

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