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Alfano contro Davigo: “I giudici contrastino i reati, non i Governi”

Dura replica del ministro dell’Interno al Presidente dell’Anm che aveva detto: “Quei politici che delinquono fanno più danni dei delinquenti comuni”.
A cura di Redazione
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Non si placano le polemiche dopo l’intervista del Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Piercamillo Davigo al Corsera. Sempre sul quotidiano di via Solferino, è Piergiorgio Morosini, membro del Csm vicinissimo a navigo, difende l’ex pm di Mani Pulite con parole chiare: “A mio avviso Davigo non intendeva attaccare genericamente la classe politica e neppure qualche politico in particolare. Il presidente dell’Anm ha voluto porre l’attenzione sul tema dell’emergenza etica e sulla diffusione del malaffare, che rischia di danneggiare gravemente non solo l’economia e le istituzioni, ma anche l’immagine del nostro Paese”. Per Morosini, anzi, “parlare di barbarie giustizialista, come ha fatto il premier qualche giorno fa, rischia di alimentare le tensioni tra magistratura e politica”.

Di diverso avviso il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che sceglie le colonne del Messaggero per attaccare duramente il leader dell’ANM: “Non lo definirei uno scontro, ma un attacco unilaterale che rompe un periodo molto duraturo che sembrava avere riportato a un livello normale la dialettica tra poteri e ordini dello Stato. Evidentemente, c'è un interesse al conflitto, ma la linea del governo è quella di andare avanti offrendo rispetto e pretendendo rispetto”.

Al Viminale non intendono però intervenire nelle dinamiche interne all’Anm, come naturale del resti: “È scelta del tutto autonoma, frutto di un un voto, tra i magistrati, che ha visto Davigo fondare una nuova corrente”. Però il Governo sembra preoccupato dalle dichiarazioni di Davigo e Alfano ribadisce: “Questo Paese ha visto troppe volte governi cambiare a causa delle vicende giudiziarie e anche Prodi cadde per l'ingiusto arresto della moglie dell'ex guardasigilli. Questo è un governo di nuova generazione, senza tante biografie longeve e lunghi passati in cui scavare. Ma, a prescindere da ciò, continuo a sperare che i magistrati contrastino i reati e non i governi e che abbiano sempre chiaro il perimetro che la Costituzione assegna allo loro funzione”.

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