23 CONDIVISIONI

Alfano: “Chiuderemo le moschee irregolari”

Il ministro dell’Interno ha promesso di chiudere i luoghi di culto islamici non autorizzati, le cosiddette “moschee in garage”. “Non esiste il rischio zero, esiste la prevenzione. La protezione delle frontiere non è sufficiente”, ha dichiarato.
A cura di Claudia Torrisi
23 CONDIVISIONI
Mafia-Alfano

Intervenendo a un'iniziativa sul tema della sicurezza a Lecce, il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha promesso una stretta sui luoghi di culto islamici non autorizzati. "Abbiamo in Italia quattro moschee e oltre 800 luoghi di culto musulmano – ha dichiarato – Chiuderemo i luoghi abusivi e irregolari ma non per impedire il culto, ma perché il culto avvenga in luoghi che siano in regola dal punto di vista di tutte le autorizzazioni previste dalle nostre leggi".

Il riferimento del ministro è alle cosiddette "moschee in garage", recentemente mappate dal Viminale. Secondo il censimento, in Italia sono presenti più di 700 luoghi di culto islamici, ma "non tutti possono qualificarsi come moschee". Quelle ufficiali sono quelle di Roma, di Segrate, di Ravenna e di Colle di Val d’elsa, di Palermo e Catania. Le "moschee in garage" altro non sarebbero che "centri islamici indipendenti, formalmente scollegati da ogni network nazionale, non visibili e scarsamente interessate alla comunicazione esterna". A Roma, secondo il Viminale, ce ne sarebbero circa trenta.

Alfano ha spiegato che "non esiste il rischio zero in nessun luogo del mondo, come dimostra la drammatica cronologia del terrore dal 2001 ad oggi. Esiste solo la prevenzione, e il nostro lavoro di intelligence e di prevenzione fin qui ha funzionato". Da gennaio di quest'anno, ha ricordato il ministro, "abbiamo controllato 56 mila persone, perquisiti ottomila veicoli, controllato oltre 160 navi e continueremo a farlo. In Puglia ovviamente l'attenzione è alta, essendo un porto che guarda ad est e che ha delle specificità sulle quali non sono ammesse distrazioni".

La protezione delle frontiere non è sufficiente, "non risolve tutti i problemi, altrimenti non si spiegherebbe come uomini nati e cresciuti in Francia, in Belgio abbiano messo le bombe per uccidere i loro concittadini", ha aggiunto Alfano, che ha parlato di "donne e uomini che provano a sovvertire le regole democratiche, i regimi di vita. Non stiamo vivendo un tempo ordinario, giornate segnate da lacrime e sangue. Non va dimenticato che quanto accaduto in Francia si è verificato per due volte nello stesso anno solare. È un tempo in cui affrontiamo una lotta per la libertà contro un uomo che uccide in nome di un Dio tenuto in ostaggio e prigioniero da chi uccide nel suo nome".

23 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views