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Alessia e Livia Schepp scomparse da 121 giorni: Irina Lucidi ricorda le sue gemelline

Irina Lucidi, in una recente intervista al quotidiano Le Matine Dimanche, ricorda Alessia e Livia, gemelline dolci ed ubbidienti. Inoltre rivolge anche un pensiero a Matthias Schepp, l’uomo che gliele ha portate via senza dare alcuna spiegazione. E’ polemica ancora sulle indagini svolte dalla polizia svizzera.
A cura di danila mancini
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alessia e livia schepp le gemelline scomparse da 121 giorni

Scomparse da 121 giorni, da quel maledetto 30 gennaio scorso, l'ultimo durante il quale sono state viste Alessia e Livia Schepp, le gemelline svizzere rapite dal padre e costrette a chissà quale triste destino.

Rapite, forse avvelenate e poi sepolte in un luogo lontano da qualsiasi sospetto; oppure affidate a qualcuno, che è stato capace di cancellare ogni traccia del loro passaggio, nonostante la mobilitazione che ha coinvolto molti paesi europei.

Che siano morte o ancora in vita, è necessario continuare a cercarle, per restituire alla famiglia la legittima verità di quanto è accaduto e, soprattutto, per tentare di ricostruire il folle viaggio di Matthias Schepp, imperscrutabile agli occhi degli investigatori. Da Saint Sulpice a Cerignola, passando per Morges, Ginevra e infine Lione, dove il padre delle gemelline ha spento definitivamente il cellulare e con esso la possibilità di sapere, di capire, di rimediare.

Irina Lucidi, durante uno dei tanti collegamenti con la trasmissione Chi l'ha visto, ha spiegato il motivo per il quale tutto questo è accaduto, un folle gesto nato dal profondo desiderio di vendetta: "Matthias mi ha tolto le gemelline per farmi soffrire". Un pensiero, quello di Irina, ribadito ancora una volta nei giorni scorsi, durante l'intervista al quotidiano Le Matin.

irina lucidi disperata durante la conferenza stampa

Le speranze che le bambine siano ancora vive si affievoliscono giorno dopo giorno, ma il desiderio di cercarle, ovunque esse siano, non abbandona il cuore della loro mamma, che continua a lanciare appelli, affinché gli inquirenti non trascurino il caso.

Non sapere se le sue bambine siano state uccise dal padre o da questi affidate a qualcuno di cui si fidava profondamente, rimanere in uno stato di stallo come lo sono attualmente le indagini, vivere con il cuore vuoto d'amore, ecco i giorni di Irina Lucidi, lunghissimi giorni di paura e speranza.

Per far in modo che si torni a parlare di Alessia e Livia, le due gemelline svizzere i cui volti sono impressi nella mente e nel cuore di tutti noi, la mamma ritorna a parlare di loro, ricordando quanto dolci e ubbidienti fossero, così come rivolge il suo pensiero anche a Matthias Schepp, l'uomo con il quale è stata legata fino agli inizi del 2009, da quando tra loro è iniziato il periodo di crisi.

Nella sua recente intervista al quotidiano francese Le Matin, Irina sottolinea ancora una volta l'importanza di non abbandonare le ricerche.

E' necessario confortare chi ha subito una perdita simile, sostenere le paure e le speranza, cercando di arrivare alla verità, l'unica consolazione dopo un periodo di sofferenza durato 4 lunghi mesi:

Alessia e Livia sono due bambine magnifiche, gentili, dolci. Hanno amato molto il loro papà. Lui ha voluto punire me, me soltanto, perché avevo deciso di partire. Quando penso a lui, non provo odio. Piuttosto pietà, rabbia, incomprensione. Io non capisco come abbia potuto spingersi così lontano. Non è mai stato violento, ma poteva avere dei comportamenti eccessivi. Ci sono due possibilità, l'una più verosimile dell'altra.

O lui le ha affidate a qualcuno e sono ancora là. O ha fatto ciò che ha scritto: ‘Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto e oggi io sono l'ultimo a morire'. In entrambi casi, loro sono da qualche parte. Bisogna trovarle. Io non chiedo alla polizia di risuscitarle. Io cerco solo risposte su cosa sia accaduto. Forse non lo sapremo mai, eppure prima di dirlo bisogna assolutamente aver esaurito tutte le piste possibili e immaginabili. E non è ancora il caso di oggi.

Un genitore ha il bisogno di essere informato quando si vive un simile dramma. Ha bisogno di conoscere le evoluzioni delle indagini. La polizia mi ha appena riferito: ‘Non c'è nulla di nuovo'. Le vittime hanno bisogno di essere rassicurate; se non lo sono, è terribile. Hanno come l'impressione che nulla venga fatto. Si sentono impotenti.

GEMELLINE SCOMPARSE ULTIME NOTIZIE

E' stata individuata dalla polizia scientifica italiana una piccola macchia all’interno dell’automobile di Matthias. Dovrebbe trattarsi di una traccia biologica quasi invisibile, forse sangue, sudore oppure saliva. Se dovesse essere confermata l'appartenenza alle due gemelline, si potrebbe effettuare l'esame tossicologico per confermare o meno l'ipotesi dell'avvelenamento. Ma fino ad oggi non si conoscono ancora i risultati di queste analisi.

Intanto, il professor Vittorio Fineschi, direttore dell'Istituto di Medicina legale dell'Università di Foggia, ha accertato che Matthias Schepp era vivo quando è stato investito alla stazione di Cerignola. Si sta procedendo anche ad ulteriori analisi, che dovrebbero accertare se sotto le unghie ci siano tracce genetiche delle gemelline o di altre persone. Questo per chiarire, se prima del suicidio abbia avuto una colluttazione.

Alessia e Livia Schepp: scomparse da 121 giorni.

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