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Aldo Moro. La magistratura riapre un fascicolo sui misteri della sua morte

Depistaggi, illazioni, segnalazioni anonime. Dopo 35 anni ancora non è chiaro cosa accadde nei 55 giorni che trascorsero dal sequestro all’omicidio per mano delle Brigate Rosse del presidente della Democrazia cristiana. La procura di Roma farà chiarezza.
A cura di Biagio Chiariello
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Aldo Moro

La procura di Roma ha deciso di riaprire le indagini sul Caso Moro, perché se è vero che i colpevoli dell'agguato di via Fani e del terribile epilogo di via Caetani sono stati individuati, è altrettanto vero che sono ancora troppi i dubbi su quanto avvenuto in quei 55 giorni tra il sequestro e la morte dell'allora presidente della Democrazia cristiana. Il procedimento, di cui ha dato notizia La Repubblica, è all'attenzione del pm Luca Palamara ed è stato avviato sulla scorta di un esposto presentato, circa 15 giorni fa, dall'ex giudice istruttore Ferdinando Imposimato. Si riparte da tutti i documenti a disposizione e da tutti gli incartamenti che erano coperti dal segreto di Stato. Tra questi ci sono anche i verbali dei Consigli dei ministri durante la prigionia di Aldo Moro.

"La morte di Moro poteva essere evitata" – Imposimato, già titolare delle indagini svolte subito dopo il sequestro di Moro, pone all'attenzione degli inquirenti "novità che potrebbero riscrivere una delle vicende più drammatiche" del Dopoguerra. In particolare, così come scrive l'ex magistrato nel suo nuovo libro sul sequestro (I 55 giorni che hanno cambiato l'Italia), si fa riferimento "ad alcune testimonianze inedite di uomini delle forze dell'ordine e dei servizi secondo i quali la morte di Moro poteva essere evitata". Imposimato, nell'esposto, afferma inoltre che "le forze dell'ordine conoscevano sin dal primo momento il nascondiglio in cui era stato imprigionato Moro ma non vollero intervenire".

Chi ha aiutato le Brigate Rosse? – Anche se è accertato che Moro venne ammazzato da Moretti e compagni, tra i tanti punti oscuri del Caso Moro c'è quello relativo a chi ha aiutato i brigatisti. "Ho la massima fiducia nella volontà dei giudici di accertare la verità sulla morte di Aldo Moro", ha dichiarato Imposimato. Il giudice ha inoltrato il dossier e le nuove testimonianze alla magistratura capitolino offrendo la sua disponibilità a fornire tutte le nuove informazioni contenute nei documenti. È doveroso ricordare che nell'agguato in cui fu rapito Aldo Moro vennero uccisi i due carabinieri che si trovavano nella sua auto, Oreste Leonardi e Domenico Ricci; e i tre poliziotti che viaggiavano sull'auto di scorta, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi.

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