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Alcol, 8 milioni di italiani bevono troppo. Preoccupa il fenomeno del “binge drinking”

Nel 2015 sono stati 8 milioni e mezzo gli italiani che hanno avuto comportamenti a rischio: circa 5 milioni bevono abitualmente e circa 3 milioni eccedono con il binge drinking, l’abbuffata alcolica per ubriacarsi. Lo dice il report Istat “L’uso e l’abuso di alcol in Italia”.
A cura di Susanna Picone
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In Italia aumentano coloro che consumano occasionalmente bevande alcoliche fuori pasto e cresce anche il fenomeno del binge drinking, l’abbuffata alcolica per ubriacarsi. Secondo quanto emerge dal report “L'uso e l'abuso di alcol in Italia” 2016, pubblicato dall'Istat e presentato  a Roma all'Alcohol Prevention Day promosso da Istituto superiore di sanità (Iss) e Osservatorio nazionale Alcol-Cnesps, nel 2015 sono stati 8.5 milioni gli italiani che hanno avuto comportamenti a rischio. Circa 5 milioni consumano abitualmente alcol e circa 3 eccedono con il cosiddetto binge drinking. Secondo il report la diffusione del consumo di alcol è in diminuzione negli ultimi 10 anni, ma il modello di consumo tradizionale sta progressivamente cambiando e quote sempre maggiori di popolazione consumano alcolici lontano dai pasti con frequenza prevalentemente occasionale. Nel 2015 il 64,5% della popolazione sopra gli 11 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica nell'anno.

Cambia il modo di bere – “Stanno cambiando le modalità degli italiani nel consumare l'alcol – ha spiegato all'Adnkronos Salute Emanuela Bologna, ricercatrice Servizio struttura e dinamica sociale dell'Istat – il consumo giornaliero è stabile ma cresce quello occasionale: fuori dai pasti, quindi aperitivi e dopocena. Soprattutto nella fascia benestante e con livello culturale elevato. I giovani preferiscono la birra al vino. I luoghi dove si eccede di più, ad esempio con il binge drinking, non sono la discoteca o il pub come si potrebbe pensare, ma tra i 30-40enni è casa propria”. L’alcol causa ogni anno nel mondo più di tre milioni di vittime e per garantire una conoscenza del fenomeno uno sforzo viene richiesto alle istituzioni: “Il mondo dei social network, le tecnologie alla portata di mano di tutti, contribuiscono sempre più alla diffusione rapida di culture del bere, favorite da disapplicazioni normative, scarso rigore, contraddizioni e convenienze – è quanto sottolineano gli esperti – alle quali è difficile rispondere con tempestività attraverso adeguate risposte istituzionali e più efficaci ‘policy' sull’alcol spesso contrastate dalle logiche del mercato a scapito di quelle di tutela della salute”.

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