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Al via i corsi per “assistente sessuale” per disabili

Trentacinque persone si sono iscritte ai corsi per diventare assistenti sessuali per disabili.
A cura di D. F.
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Due fratelli, la madre e lo zio, tutti falsi ciechi che percepivano un assegno ogni mese dal 1982 per una truffa dal valore di mezzo milione di euro. Oltre a loro altri due casi: una donna simulava la cecità più un’infermità che la “costringeva” sulla carrozzella.

Assistenti sessuali per disabili cercasi: in seguito al disegno di legge bipartisan in materia di sessualità assistita finalmente il nostro paese si mette al passo con altre realtà europee in un campo riguardante i diritti civili e si appresta a formare professionisti sulla base di una formazione medica, psicologica e sessuologica. A renderlo noto è Popoff, che ha raccolto il parere di Maximiliano Ulivieri, fondatore del "Comitato per la promozione dell’assistenza sessuale in Italia”, che spiega come il corso di formazione abbia finora raccolto una sessantina di iscrizioni, soprattutto di donne: la fascia di età è compresa tra i 25 e i 50 anni: "Ci sono etero e omosessuali, in modo da rispondere a tutte le esigenze dei disabili", spiega Ulivieri. 

Dei 60 interessati al momento solo 35 si sono rese disponibili ad andare a Roma per incontrare Fabrizio Quattrini, psicologo, psicoterapeuta, sessuologo e presidente dell’Istituto italiano di sessuologia scientifica (Iiss) della capitale: “Gli altri hanno rinunciato, chi per problemi economici chi per scarsa motivazione". I candidati sono stati sottoposti a un questionario. Spiega Ulivieri: "18 pagine di domande per cercare di inquadrare la persona, per conoscere l’orientamento sessuale, la religione e, nei limiti del possibile, la sua vita quotidiana". "Fabrizio Quattrini è molto contento: dice che la maggior parte dei candidati che ha incontrato può far bene, l’impressione che ha avuto è ottima. È soddisfatto soprattutto perché è riuscito a trasmettere il valore del corso: un valore non solo per i disabili che poi potranno usufruire delle professionalità acquisite, ma anche per gli ‘allievi’. Sarà un percorso condiviso e innovativo di crescita che insegnerà a tutti a viversi meglio". 

"Vivere la propria sessualità è un’esigenza naturale e giusta e vale per chiunque: disabili e non – spiega Lorenzo Fumagalli, assistente sessuale che lavora in Svizzera -. È per questa ragione che chi vive con un handicap, sia esso fisico o psichico, deve poter rivolgersi a un assistente sessuale che lo aiuti a esprimere questo bisogno, accompagnandolo nella scoperta della propria intimità e nel caso di impossibilità, sostituendosi a lui nella masturbazione".

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