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Agenda Digitale: l’Italia riparte da Internet

Ecco Agenda Digitale per il Futuro dell’Italia, l’innovativa proposta per portare al centro del dibattito politico il tema della strategia digitale in Italia.
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Agenda-Digitale

"L’Italia affronta da tempo un ritardo, non solo economico, ma anche infrastrutturale e culturale, rispetto alle principali economie occidentali. Tale ritardo si sta ampliando. Abbiamo subito una perdita di competitività anche rispetto ai nostri principali partner europei. Tra il 1998 e il 2008 il costo del lavoro per unità di prodotto nel settore privato è aumentato del 24 per cento in Italia, del 15 in Francia; è diminuito in Germania. L’affermarsi della Digital & Networks Economics rende necessario affrontare trasformazioni radicali dei modelli di sviluppo.  L’evoluzione tecnologica, infatti, determina gli sviluppi economici e sociali. Il XIX secolo  è stato caratterizzato dalle macchine a vapore, il XX secolo dall’elettricità. Il XXI secolo è il secolo digitale; cultura, conoscenza e spirito innovativo sono i volani che proiettano nel futuro".

Sono queste le parole più significative del "manifesto" di Agenda Digitale, la "proposta", nata grazie all'iniziativa di un gruppo di professionisti del web, che intende "sollecitare l'impegno di tutte le forze politiche, affinchè pongano il tema della strategia digitale al centro del dibattito politico nazionale". Una iniziativa partita dalla constatazione dei limiti dei processi di innovazione tecnologica e di superamento del digital divide riscontrabili in Italia, nonchè dalla volontà di agire concretamente inviando un segnale importante alla classe politica italiana (vale la pena ricordare che l'Italia è uno dei pochissimi Paesi al mondo a non aver ancora delineato un'Agenda Digitale). Un manifesto che ha ricevuto il sostegno di personalità di spicco non soltanto "dell'industria del web", con in prima fila gli amministratori delegati delle principali aziende operanti nel settore, ma anche nomi noti del mondo dello spettacolo come quelli di Rosario Fiorello e Lorenzo Jovanotti, nonchè tantissimi esponenti della società civile.

Già, perchè l'Agenda Digitale per il Futuro dell'Italia propone fin da subito una serie di obiettivi da raggiungere, a partire dalla stesura rapida di un documento comune conle  categorie economiche e sociali, gli enti locali e le università, fino ad arrivare alla costituzione di un Ministero dello Sviluppo Digitale, con portafoglio e con la missione di investire nella banda larga e nello sviluppo di servizi digitali per cittadini e imprese. Un progetto ad ampio raggio che non si limiti alla produzione di singoli provvedimenti ma che sia in grado di sviluppare una strategia organica che affronti temi di assoluto rilievo:

  • Infrastrutture tecnologiche in modo da restare allineati alle principali economie ed assicurare la continuità operativa dei servizi essenziali;
  • Servizi sia finali che infrastrutturali, funzionali per l’e-business e per i beni digitali (i “neobeni puri”, secondo la definizione del CNEL).
  • Alfabetizzazione informatica, in modo da far conoscere e sperimentare a cittadini, imprenditori, funzionari e classe dirigente i vantaggi della digitalizzazione.
  • Regolamentazione della cittadinanza digitale nonché in materia di transazioni tra privati e con la PA, con una rilettura delle filiere in termini di ri-organizzazione dei rapporti tra le imprese e tra queste e i fornitori di servizi di supporto (fonte tech.fanpage.it)

Insomma, un segnale importante, una presa di posizione coraggiosa e determinata che ha già registrato consensi bipartisan all'interno del mondo politico, come del resto auspicabile data la rilevanza e, oseremmo dire, la "radicalità" della questione. Un Paese che non è in grado di puntare sull'innovazione e sulla diffusione della conoscenza e delle opportunità attraverso il web, infatti, non è in grado di affrontare le grandi sfide della contemporaneità e rischia di essere tagliato fuori nei settori d'eccellenza dell'innovazione e del progresso tecnologico (e culturale del resto). Una sfida nella quale è necessario impiegare risorse ed energie, un treno che davvero non possiamo permetterci di perdere.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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