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Aereo Germanwings, le altre stragi provocate dal suicidio di un pilota

Se confermato, quello del co-pilota dell’Airbus A320 della Germanwings non sarebbe il primo caso di suicidio nella storia dell’aviazione commerciale. Diversi i casi dove uno dei piloti avrebbe causato l’incidente per togliersi la vita coinvolgendo decine di persone.
A cura di Susanna Picone
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A circa 48 ore dal disastro dell’Airbus A320 della Germanwings le autorità hanno detto che, stando alle registrazioni all’interno della cabina di pilotaggio il co-pilota dell’aereo – il 28enne Andreas Lubitz – avrebbe volontariamente fatto precipitare il velivolo sulle Alpi francesi. Avrebbe impedito l’ingresso in cabina dell’altro pilota e avrebbe fatto schiantare contro le montagne l’aereo con a bordo 150 persone. Se confermata l'ipotesi, non si tratterebbe del primo caso nella storia dell'aviazione commerciale. Già in passato altri piloti hanno scelto di suicidarsi causando incidenti che hanno coinvolto decine di persone.

Un precedente risale al 9 febbraio del 1982 quando un DC-8 della Japan airlines precipitò in mare poco prima di atterrare all'aeroporto Haneda di Tokyo per colpa di una manovra errata fatta deliberatamente dal comandante Seiji Katagiri. L’inchiesta appurò che l'uomo (che soffriva di disturbi nervosi) nonostante un tentativo di intervento di altri membri dell'equipaggio aveva invertito la spinta dei motori facendo precipitare l'aereo in mare. In quell’occasione morirono 24 persone e 150 rimasero ferite.

Nell’agosto del 1994 l'Atr-42 della Royal Air Maroc precipitò vicino Agadir. Il registratore delle conversazioni di cabina rivelò che fu il comandante a causare l'incidente nonostante i tentativi disperati del co-pilota che cercò invano di bloccarlo. A bordo vi erano 44 persone tra cui 8 italiani. Tre anni dopo, nel dicembre 1997, in Indonesia precipitò un aereo di una compagnia locale: secondo gli investigatori americani anche in quel caso l’incidente fu volontariamente provocato dal pilota. Nell'ottobre del 1999, invece, il volo 990 della EgyptAir, partito da New York con 217 persone a bordo, precipitò nell'Oceano Atlantico. L'inchiesta della Ntsb stabilì che il volo fu intenzionalmente sabotato dal co-pilota Gameel El-Batouty, il quale,secondo gli americani aveva manifestato propositi suicidi (la tesi non è stata accolta dal Cairo).

Più recentemente, nel dicembre 2013, in Namibia il capitano aspettò che il suo vice uscisse per andare alla toilette per poi chiudersi nella cabina di un Embraer 190 della Mozambique Airlines. A quel punto impedì ai membri dell’equipaggio di entrare, disattivò il pilota automatico, cambiò velocità e altitudine e infine puntò verso terra. Furono oltre 30 le vittime.

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