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Adriatico, emergenza rifiuti: tracce di plastica anche nel pesce che mangiamo

Ogni chilometro quadrato di mare Adriatico contiene tra i 330 e i 750 pezzi di plastica: i frantumi di molti di questi vengono ingeriti dai pesci e finiscono anche nelle nostre tavole.
A cura di Davide Falcioni
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Bottiglia di plastica a Pensacola Beach (Foto di J. Raedle/GettyImages)
Bottiglia di plastica a Pensacola Beach (Foto di J. Raedle/GettyImages)

La plastica che gettiamo in mare spesso finisce nel pesce che consumiamo a tavola, anche in quello che paghiamo salatamente nei ristoranti più in vista della costa Adriatica, dove non di rado per un menù completo si devono sborsare ben oltre i 60 euro a testa. Colpa della plastica presente nel Mar Adriatico, uno dei bacini più inquinati del Mediterraneo, che con il passare del tempo si frantuma venendo ingerita dai pesci che poi finiscono nelle reti dei pescatori e infine nei nostri piatti. Se si considera che per ogni chilometro quadrato di mare ci sono dai 330 ai 750 pezzi di plastica non è difficile immaginare quanti di quei rifiuti finiscono nei nostri stomaci.

A renderlo noto sono stati gli Europarlamentari dei Verdi in occasione del convegno “Futuro dell’Adriatico”, organizzato a Rimini. Nel meeting sono stati discussi i due problemi principali del mare che bagna la costa orientale italiana: quello dei rifiuti (con gli effetti sulla pesca) e quello dei mutamenti climatici. Dal punto di vista della balneazione non ci sarebbero immediati problemi, come testimoniano i dati della nave Daphne, tuttavia sul medio e lungo periodo i pericoli sono all’orizzonte. Il meteorologo Andrea Giuliacci ha rivelato che la temperatura media dell’acqua dell'Adriatico, in soli 17 anni, è cresciuta di 0,8 gradi e che negli ultimi 110 anni il livello del mare è salito di 19. Tra il ‘93 e il 2010 la crescita ha accelerato con 3,4 millimetri all’anno.

A destare maggiore preoccupazione è la presenza di rifiuti. Nella spiaggia più pulita, quella di Rimini, è presente un rifiuto ogni dieci metri quadrati. Nel 90% dei casi si tratta di materie plastiche, nel 5% di vetro e il resto è un mix di pattume vario. Più nel dettaglio, il 14,6% dei rifiuti è rappresentato da plastica da imballaggi, il 12,9% da frammenti dello stesso materiale, ma ci sono anche cotton fioc (7,9%), polistirolo (6,7%) e “cicche” (3,2%). Per quanto riguarda i fondali si stima ci siano 500 pezzi di plastiche (in gran parte bottiglie) per chilometro quadrato, mentre se si guarda a ciò che galleggia troviamo tra i 150 e i 200 pezzi per chilometro quadrato, il 91% dei quali plastica.

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