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Addio Mare Nostrum, hanno vinto gli sciacalli

Stiamo per chiudere Mare Nostrum, sostanzialmente fregandocene del destino di migliaia di disperati. E se almeno qualcuno ci desse una ragione sensata per rinunciare alla nostra umanità…
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L'operazione Mare Nostrum è uno dei rari esempi di "impegno concreto" seguito alle chiacchiere: sulla scia dell'enorme impatto emotivo della tragedia di Lampedusa, in cui persero la vita 366 persone, il Governo italiano metteva in campo una operazione per il rafforzamento del pattugliamento delle coste e del sistema di accoglienza dei migranti. Il bilancio finale parla di 150mila interventi in mare, 100mila migranti soccorsi, 500 scafisti arrestati, 3 navi "madre" sequestrate; il costo dell'operazione si è aggirato sui 9,5 milioni di euro al mese (non è semplice un calcolo preciso, dal momento che, come spiegatoci dal ministro Pinotti, si è attinto alla dotazione ordinaria della Difesa e i costi sono da separare tra "mezzi", circa 7 milioni al mese, e indennità aggiuntive al personale, più o meno 2,5 milioni di euro al mese); l'esposizione delle nostre forze armate è stata decisamente sensibile, con l'impiego di circa mille uomini, 2 fregate, una nave anfibia, 2 pattugliatori, 2 elicotteri pesanti, un P180 ed una rete radar di ultima generazione.

Al netto delle considerazioni di ordine politico, dunque, si è trattato di una operazione efficace, che ha centrato i suoi obiettivi e che ha rappresentato, nel senso letterale del termine, la salvezza per decine di migliaia di migranti. Ma allora, si dirà, perché la chiudiamo? Problemi di budget? Scelta politica? Per la fine dell'emergenza sbarchi?

A questa domanda ha risposto Alfano, in particolar modo durante il question time al Senato della Repubblica. Mare Nostrum, spiega Alfano, è stata "fin dall'inizio, concepita come un'operazione di emergenza per rispondere al dramma di Lampedusa" e fu varata (giuro che è testuale) "nella logica di dare una risposta italiana agli occhi dell'Europa a quel dramma". Ma fin dall'inizio era chiaro che servisse "l'intervento europeo", che ora arriva "con un'operazione chiamata Tritone, che ne assorbe due, Hermes ed Aeneas, ma che non svolgerà la stessa funzione di Mare nostrum". Ok, fermiamoci un attimo. L'operazione fu varata per rispondere ad una emergenza ed ora viene fermata non perché l'emergenza è finita, ma perché ne interviene un'altra che però non ha gli stessi compiti e oltretutto assorbe due vecchie (e diverse) operazioni? Ma che (bip) di ragione sarebbe?

Andiamo avanti, però, perché è particolarmente interessante (e confusa) la ratio che sorregge il pensiero di Alfano (e di chi ha condiviso questa scelta all'interno del Governo, non da ultimo il buon Renzi che si è prudentemente defilato dopo aver speso qualche "parola buona" su Mare Nostrum). Il passaggio da Mare Nostrum a Triton, continua Alfano, ha un "valore politico" proprio perché "l'Europa torna a presidiare i propri confini": infatti, mentre "Mare nostrum arrivava oltre le nostre acque territoriali, oltre la frontiera di Schengen, quasi nella vicinanza delle coste libiche, Triton sta sulla linea della frontiera di Schengen". Insomma, quello che avviene oltre la linea di Schengen non ci interessa più: il valore politico starebbe dunque nel lasciar morire affogati i migranti che non riescono a raggiungerla. A ciò si aggiunga il fatto che la riduzione del numero di mezzi impiegati limiterà considerevolmente il pattugliamento delle coste e il raggio d'azione dei soccorsi (ovviamente, come precisa poi Alfano, la "rescue" resterà anche per Triton, dal momento che "non c'è nessuna agenzia che può esonerare il navigatore o chi sta in mare dal dovere di soccorrere chi è in difficoltà"…almeno questo, insomma).

Passiamo al budget, perché qui si arriva sul serio a sfiorare il ridicolo. Alfano spiega come l'operazione Triton costi complessivamente circa un terzo rispetto a Mare Nostrum e non sia "completamente a carico dell'Italia". Insomma, letta così sembrerebbe davvero una questione economica, squallida quanto si vuole (visto che si pesano "vite umane" e costi mensili) ma più o meno legittima. Il punto è che, come ammette il ministro dell'Interno, oltre la propaganda non c'è per ora nessun impegno concreto degli altri Stati Europei (Cameron ha fatto sapere che non metterà una sterlina, la Germania "darà un elicottero successivamente" e per ora "noi abbiamo acquisito la disponibilità di numerosi Paesi a fornire assetti aerei e navali") e non è affatto chiaro come forze armate "straniere" possano pattugliare i nostri confini (servirà supporto italiano, in ogni caso? E quanto costerà?). Per il momento, quindi, non siamo in grado di stabilire una tempistica di uscita da Mare Nostrum e dunque persisteranno quelle "due linee di controllo del mare" che Alfano ed il Governo giudicano "non giustificabile" (ma possibile che non si noti una simile incongruenza?).

Ma, tutto considerato, se è solo questione di budget e di mezzi, se è fondamentale coinvolgere altri membri dell'Unione Europea e soprattutto se persiste l'emergenza immigrazione, perché non coinvolgere l'Ue direttamente in Mare Nostrum? La risposta, amarissima, sembra essere una sola: c'è sul tema immigrazione da tempo una propaganda insopportabile, che fa ampio utilizzo di strumentalizzazioni, balle vere e proprie, bufale e allarmismi di vario tipo. E pazienza se fra qualche mese ci ritroveremo a contare i morti in mare.

Ps: Ovviamente ci sono altre versioni e ragioni, diciamo "semi – ufficiali", dietro la scelta di abbandonare Mare Nostrum. E sono finanche più inconsistenti di quelle ufficiali. C'è ad esempio chi sostiene che si tratti di un aiuto ai trafficanti di morte, dal momento che ora "sono sicuri di avere assistenza in mare" (dimenticando che, a fronte di un business milionario, non è certo il rischio di essere fermati o di finire tra le onde a preoccupare gli scafisti), oppure chi spiega come i migranti siano "invogliati" a mettersi in mare (certo, infatti le decine di migliaia di disperati giunte fino in Libia dopo migliaia di chilometri tra stenti e privazioni sono interessate alla legislazione italiana), oppure chi lamenta il collasso delle strutture di accoglienza (questione che peraltro non c'entra molto con Mare Nostrum, come testimonia anche la diversa provenienza delle risorse finanziarie, si veda il decreto Stadi – immigrazione) e infine chi paventa i rischi Ebola e Isis (roba da farsi cascare le braccia). Ah, poi ci sono lui e quelli come lui:

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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