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Addio a Il Riformista tra le polemiche e la solidarietà della politica

Il direttore del quotidiano Emanuele Macaluso ha annunciato la messa in liquidazione de Il Riformista, che non rimarrà neanche online, scagliandosi contro i finti giornali che percepiscono illecitamente i finanziamenti pubblici alla stampa.
A cura di Antonio Palma
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Il direttore del quotidiano Emanuele Macaluso ha annunciato la messa in liquidazione de Il Riformista, che non rimarrà neanche online, scagliandosi contro i finti giornali che percepiscono illecitamente i finanziamenti pubblici alla stampa.

Il Riformista si avvia verso la chiusura, ricoperto di debiti il quotidiano fondato da Antonio Polito dice addio a poco meno di dieci anni dalla nascita non senza polemiche ed accuse. A scatenare la rabbia del direttore editoriale Emanuele Macaluso oltre alla comprensibile delusione per un progetto che  si chiude troppo presto rispetto alle previsioni, la dibattuta questione dei finanziamenti pubblici ai giornali.

I fondi non bastano neanche per l'edizione online – Durante l'assemblea dei soci della cooperativa che gestisce il giornale in programma oggi per annunciare la definitiva chiusura del giornale anche online, il direttore infatti si è lanciato contro i "tanti finti giornali che percepiscono gli aiuti destinati ad altri" e ha imputato a questi la chiusura de Il Riformista. Nessuna possibilità di proseguire il lavoro ha confermato oggi Macaluso, i fondi a disposizione non coprono neanche la sola attività online del quotidiano. A sentire il direttore la chiusura arriva anche perché il giornale "non ha sponde politiche", ma in realtà stando a quanto dichiarano vari esponenti politici dopo l'annuncio della messa in liquidazione del quotidiano, sembra che invece la prematura chiusura del giornale dispiaccia a molti.

Solidarietà ai giornalisti dal mondo politico – Solidarietà bipartisan infatti è arrivata da quasi tutti i partiti a cominciare dall'ex Ministro La Russa che ha espresso la sua vicinanza alla redazione e ai familiari dei giornalisti, ricordando che "quando chiude un giornale, di destra o di sinistra che sia, non è mai una bella notizia". Parole di stima anche da Walter Veltroni  che ha sottolineato coma la chiusura di un giornale "è una pessima notizia per tutti, per la qualità della nostra informazione e anche della libertà di espressione". Persino il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, ha voluto manifestare la sua contrarietà alla chiusura e a nome del partito ha manifestato la vicinanza ai giornalisti e ai lavoratori de Il Riformista e de Il Manifesto, l'altro giornale nazionale a rischio chiusura per la stretta imposta dal Governo sui finanziamenti pubblici alla stampa.

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