1.450 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Addio a Giorgio Albertazzi: i mille volti del maestro del teatro italiano

Il Teatro è in lutto: è morto Giorgio Albertazzi. L’attore e regista fiorentino è stato e rimarrà sempre uno dei volti più noti, amati ed importanti del teatro italiano del Novecento. Ha fatto vivere sul palcoscenico i grandi capolavori di Shakespeare e Ibsen, portando anche sul piccolo schermo i grandi capolavori letterari. “Sul mio passaporto c’è scritto: attore”, era solito dire. Ma Giorgio Albertazzi è stato molto di più.
A cura di Federica D'Alfonso
1.450 CONDIVISIONI
Immagine

Il Teatro è in lutto: è morto Giorgio Albertazzi. L’attore e regista fiorentino avrebbe compiuto 92 anni il prossimo 20 agosto, ed è stato e rimarrà sempre uno dei volti più noti, amati ed importanti del teatro italiano del Novecento. Un genio dell’arte drammatica, che ha saputo far vivere sul palcoscenico grandi protagonisti della letteratura come Shakespeare e Dante; ma non solo sul palcoscenico. Albertazzi ha avuto una lunga ed intensa carriera anche come attore e regista televisivo, accompagnando gli anni Sessanta e Settanta con i suoi sceneggiati tratti da opere come "Delitto e Castigo" e "Re Lear", facendole conoscere al grande pubblico.

"Sul mio passaporto c’è scritto: attore. In realtà faccio anche il regista, lo sceneggiatore, il riduttore di romanzi per la televisione e ora l’autore teatrale. Alcuni amici sostengono che il mio vero mestiere è l’attore. Altri dicono che dovrei soltanto scrivere. Altri ancora che non dovrei mai più fare una regia teatrale. Chissà quali sono fra questi gli amici autentici?": si presentava così l’attore fiorentino sulla homepage del suo sito ufficiale. Attore, regista, sceneggiatore: Albertazzi è stato tutto questo, è molto di più.

Nato in una piccola frazione di Fiesole, in provincia di Firenze, nel 1923, Albertazzi vive giovanissimo gli orrori della guerra e della prigione. Nel 1943 viene infatti chiamato alle armi nella Repubblica di Salò. Dopo due anni, nell'inverno del 1945, quando la guerra è ormai conclusa, fonda ad Ancona insieme con Titta Foti il primo teatro anarchico italiano: ma, arrestato per collaborazionismo, è costretto a trascorrere due anni in carcere. Nel 1947, a seguito della cosiddetta "amnistia Togliatti", Albertazzi viene liberato. Si laurea in architettura, ma la sua strada è un’altra: nel 1949 esordisce a teatro nell'opera "Troilo e Cressida" di Shakespeare, con la regia del maestro Luchino Visconti.

Il successo televisivo

Giorgio Albertazzi ha amato più di ogni altra cosa il teatro, ma è divenuto famoso al grande pubblico anche grazie al successo immenso che tv e cinema gli hanno regalato: nel 1952 debutta con il film "Articolo 519 Codice Penale" di Leonardo Cortese, e l'anno dopo recita sia nel "Don Camillo" di Julien Duvivier che ne "Il Mercante di Venezia" di Pierre Billon e Giorgio Capitani.

Albertazzi compare, in questo periodo, in tutti gli sceneggiati più famosi della Rai, come "Delitto e castigo”, in cui recita al fianco di Diana Torrieri e Bianca Toccafondi, con la regia di Franco Enriquez. Negli anni Cinquanta l'attore toscano interpreta parti importanti in altre prose tv, come "Gli spettri" di Henrik Ibsen, per la regia di Marco Ferrero, e il "Lorenzaccio" di Alfred De Musset. Fino al 1961, anno in cui figura nel cast del film "Morte di un bandito", l'attore toscano è presente in tutti gli sceneggiati di successo prodotti dalla televisione pubblica, come il "Re Lear" di Shakespeare, "L'idiota" di Dostoevskij, "Lo zio Vania" di Cechov e molti altri.

Negli anni Settanta l’artista fiorentino si dedica anche alla regia, sia televisiva che cinematografica: nel 1969 gira e interpreta Jekyll, tratto dalla famigerata storia "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", di Robert Louis Stevenson. L'anno dopo invece porta a compimento il film "Gradiva", dove recita al fianco di una giovane Laura Antonelli.

Una vita in teatro

Immagine

Nel 1994 fonda e dirige il Laboratorio Arti Sceniche Città di Volterra: da questa prestigiosa istituzione usciranno decine di attori, tanto che nel 1999 Albertazzi porta in scena con loro il complesso scrittore argentino Borges, in un'opera che si intitola "Tango con gli allievi". Nel 2003 gli viene affidata la direzione del Teatro di Roma, e l'anno dopo viene omaggiato con il Premio Gassman alla carriera. Giorgio Albertazzi lavorerà con Dario Fo, e il 10 febbraio del 2006 partecipa anche alla Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici invernali di Torino, interpretando il Canto di Ulisse di Dante Alighieri.

1.450 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views