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Addio a Amy Bleuel, aveva ispirato il tatuaggio “punto e virgola” contro la depressione

È scomparsa all’età di 31 anni Amy Bleuel, nota come la persona dietro il “Project Semicolon”, nato nel 2013 per ridare speranza a chi lotta contro depressione, istinti suicidi, dipendenze e autolesionismo.
A cura di Susanna Picone
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È morta all’età di 31 anni Amy Bleuel, la fondatrice del “Project Semicolon”, un progetto legato al movimento no-profit fondato il 16 aprile 2013 che da allora porta avanti un messaggio di amore e speranza per coloro che si stanno battendo contro depressione, tendenze suicide, dipendenze e autolesionismo. La notizia della morte di Bleuel, riportata da diversi media americani, è stata confermata dalla stessa associazione che oggi sul suo sito internet ha pubblicato una foto di Amy con due date, 1985 e 2017. Non sono note le cause del decesso. Sulla pagina Facebook dell’associazione sono già tante le persone che hanno lasciato un messaggio soprattutto per ringraziare Amy per quanto fatto negli ultimi anni. "Le parole non possono spiegare quello che hai fatto per tutti noi, e nessuna parola può spiegare come ci sentiamo per la tua scomparsa. RIP Amy e grazie", si legge ad esempio in un post. Il progetto “punto e virgola” da lei fondato si pone l’obiettivo di incoraggiare e ispirare. “Ci siamo impegnati ad amare tutti coloro che stanno lottando con l'amore di Cristo”, diceva la fondatrice e presidente sottolineando che non importa quale sia “la credenza o la religione, noi li accettiamo. Perché noi siamo tutti sulla stessa barca. Vi chiedo di restare con noi per questo viaggio, potremmo sorprendervi”.

Il progetto nato dopo il suicidio del padre di Amy Bleuel – Amy Bleuel aveva fondato il suo progetto dopo che il padre si è suicidato. “Il punto e virgola – spiegano dall'associazione – rappresenta una frase che l'autore avrebbe potuto finire, ma che decide di non terminare. L'autore siete voi e la frase è la vita”. Un punto e virgola che in tantissimi negli ultimi anni hanno riportato come tatuaggio sulla pelle proprio per comunicare che appunto “la tua storia non è ancora finita” e che la vita può ricominciare anche dopo un periodo difficile.

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