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Ad agosto la produzione industriale è cresciuta del +4,1%. Miglior dato da 5 anni

A certificare la crescita, miglior raffronto tendenziale dall’agosto 2015, è il rapporto Istat pubblicato stamane. Cresce il settore dell’automotive, calano invece le industrie tessili.
A cura di Charlotte Matteini
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Nel mese di agosto la produzione industriale in Italia è cresciuta dell'1,7% rispetto al mese precedente e del 4,1% rispetto all'agosto 2015. A certificarlo è il rapporto Istat pubblicato stamane, in cui viene sottolineato che il raffronto tendenziale, ovvero la variazione anno su anno, registrato nel 2016 è il miglior risultato da cinque anni a questa parte, ovvero dal mese di agosto del 2011. Il dato pubblicato da Istat surclassa le aspettative degli economisti, che già questa mattina, nella nota giornaliera inviata da Intesa Sanpaolo, prefiguravano un calo mensile della produzione industriale pari allo 0,1% e prevedevano invece una balzo per il mese di settembre.

Questa crescita, però, sostiene l'Istituto italiano di statistica, deriva "da variazioni realizzate in un mese tipicamente caratterizzato da livelli di produzione molto bassi", dunque per quanto il dato sia positivo e decisamente migliore rispetto agli anni passati, non può essere comunque considerato un indice di riferimento. Nei primi otto mesi dell'anno, infatti, l'aumento della produzione industriale finora registrato è pari all'1% rispetto al 2015.

Nel dettaglio, nel mese di agosto 2016 i comparti che hanno registrato la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+19,2%), della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+13,6%) e della fabbricazione di macchinari (+11,7%). In particolare è stato registrato un forte aumento della produzione di automobili, pari al +41,9% rispetto al 2015 e del +9,5% nei primi 8 mesi dell'anno. Le diminuzioni maggiori, invece, si registrano nei settori dell’attività estrattiva (-17,7%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-5,3%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (- 5,0%).

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