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Acireale, maxi blitz contro i furbetti del cartellino: 62 assenteisti denunciati

L’accusa è di truffa ai danni di ente pubblico e di falsa attestazione di presenza in servizio sul luogo di lavoro: nello specifico, avrebbero utilizzato illecitamente dei badge personali “strisciati da dipendenti compiacenti e in accordo tra loro”.
A cura di Fabio Giuffrida
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Una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Catania, che ha portato alla denuncia di 62 persone, tutti dipendenti dell'amministrazione comunale di Acireale, ritenute responsabili di truffa ai danni di ente pubblico e di falsa attestazione di presenza in servizio sul luogo di lavoro.

62 dipendenti "infedeli"

Secondo le prime indiscrezioni, i 62 denunciati avrebbero utilizzato "illecitamente dei badge personali che venivano strisciati da dipendenti compiacenti e in accordo tra loro". Diversi i provvedimenti cautelari: 3 sono ai domiciliari, per 12 invece è stato disposto l'obbligo di firma prima e dopo gli orari di lavoro, in 47 sono stati indagati a piede libero. Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di aver attestato falsamente la propria presenza in servizio mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza, oltre alla truffa aggravata ai danni di un ente pubblico.

Un indagato si era accorto della telecamera

L’attività investigativa, che si è avvalsa di intercettazioni ambientali e videoriprese, è cominciata il 26 Febbraio 2015 a seguito delle lamentele dei cittadini (che non avrebbero mai trovato i dipendenti nel loro ufficio di appartenenza, ndr). Indagini interrotte bruscamente il 13 Marzo poiché uno degli indagati, prima di effettuare la strisciata di routine, guardandosi intorno con attenzione, avrebbe notato la presenza della telecamera (installata presso gli ingressi dell'edificio comunale), nonostante la stessa fosse ben occultata: così l'avrebbe danneggiata, asportandola e rendendola inutilizzabile. E' stata accertata "una consolidata e articolata prassi da parte di numerosi dipendenti del Comune di Acireale, consistente nella strisciatura plurima dei badge personali presso gli appositi rilevatori di presenza, in modo da far risultare l’ingresso e la presenza all’interno dell’ufficio di appartenenza di colleghi che, in quel momento, non erano presenti e che, in taluni casi, non avrebbero prestato effettivo servizio" precisa la Procura di Catania.

Un dipendente mai andato al lavoro

Caso limite quello di un dipendente che, nel periodo interessato, non si sarebbe mai recato al lavoro, se non "per qualche breve e sporadica apparizione pur risultando presente, in base al registro informatico di rilevazione delle presenze" del Comune di Acireale.

Il Sindaco: "Saremo severi e rigorosi"

"Bisogna essere severi nei confronti di coloro che adottano atteggiamenti che vanno contro la pubblica amministrazione. Attenzione a non fare di tutta l'erba un fascio, ciò nel rispetto dei dipendenti del comune di Acireale che giornalmente svolgono il loro dovere. Saremo rigorosi nell'applicare le leggi vigenti di competenza dell'amministrazione comunale previste per questo genere di reati" ha dichiarato il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo. "Ci costituiremo parte civile negli eventuali procedimenti penali e confermiamo fin da ora la massima collaborazione con la Procura etnea e le forze dell'ordine, a cui forniremo subito tutti gli atti in nostro possesso necessari per le indagini. Confido nell'azione della magistratura e spero che gli impiegati coinvolti possano trovare ragioni per giustificare i fatti contestati" ha concluso.

Lo scandalo Gettonopoli ad Acireale

Ad Acireale, a Maggio 2015, era scoppiato lo scandalo "Gettonopoli": alcuni consiglieri, in quell'occasione, avrebbero incassato gettoni di presenza per visitare presepi, ammirare tacchini e pavoni notando, persino, la presenza di barbecue di carne e pesce. Verbali bizzarri che fecero gridare allo scandalo con tanto di replica, sulle pagine di Fanpage.it, dei diretti interessati.

Il vigile che timbra in mutande a Sanremo

Di recente a Pachino sette impiegati sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Siracusa per truffa: l'accusa è di aver timbrato il cartellino per poi andare a fare shopping o addirittura tornare a casa. Tutti impiegati del comune di Pachino, scoperti grazie all'utilizzo di telecamere nascoste: sarebbero 60 le ore di presenza falsamente attestate. A fare scalpore anche il "vigile in mutande", dipendente del Comune di Sanremo, che avrebbe timbrato il cartellino senza pantaloni: un video che è diventato l'emblema dell'assenteismo nella pubblica amministrazione italiana.

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